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Promossi o bocciati? Studenti in bilico aspettando la sentenza del Tar

A una settimana dall’inizio della scuola ci sono alunni che non sanno ancora in quale classe entrare. Sono gli studenti che a fine anno hanno contestato le decisioni degli insegnanti e hanno fatto ricorso al Tar del Piemonte perché fossero annullati i provvedimenti che hanno decretato la bocciatura o, in altri casi, non hanno permesso l’ammissione agli esami di Stato.
In tutto sono stati 13 i casi di contestazioni finiti davanti al tribunale amministrativo di via Confienza. La materia impone ritmi serrati perché è poco il tempo prima dell’inizio della scuola. Così, nonostante l’impegno dei giudici a fissare con estrema rapidità le udienze (in alcuni casi addirittura il giorno successivo), per alcuni studenti non è stato possibile prendere una decisione in tempo. Anche perché se c’è chi si è mosso subito – il primo ricorso è del 15 giugno – c’è anche uno che ha depositato gli atti addirittura il 31 agosto: il presidente in persona, Domenico Giordano, si è fatto carico di leggere venerdì stesso le carte, ma non ha potuto fare altro che rinviare la discussione al 12 settembre, che è la prima udienza utile, data a cui sono stati rinviati anche altri ricorsi.
In ogni caso anche quando il giudice ha fatto in tempo a esprimersi, non ha ancora prodotto una sentenza di merito, ma solamente un provvedimento cautelare che sospende o no la bocciatura. La sentenza di merito arriverà ben dopo, a distanza di un anno almeno o anche di lustri se intervengono poi ulteriori appelli al Consiglio di Stato.
Nel frattempo però è la decisione sulla sospensione cautelare che permette di decidere in quale classe iniziare l’anno. E l’analisi dei provvedimenti estivi mostra un’attenzione elevata del tribunale alle argomentazioni dei genitori. In un caso, per esempio, i voti sul registro elettronico non coincidevano con le medie riportate nella valutazione finale con cui lo studente non veniva ammesso all’esame di terza media: lo studente ha sostenuto le prove ma è stato bocciato e i genitori hanno affermato di voler fare un altro ricorso contro la bocciatura.

Una scuola aveva invece fermato prima della maturità uno studente per aver fatto troppe assenze e per avere quattro insufficienze. Sul rendimento scolastico il giovane, che è in possesso di una certificazione per disturbi dell’apprendimento (Dsa), contestava che i docenti non si sarebbero attenuti alle misure specifiche previste per lui, mentre sul piano delle assenze i suoi avvocati hanno dimostrato che non si era tenuto conto di quelle giustificate per gravi motivi di salute e che soprattutto la frequenza e il rendimento erano state influenzate dalla grave situazione che si era creata in casa, quando il padre invalido aveva perso il lavoro e lo studente aveva dovuto iniziare a lavorare la sera in un ristorante per aiutare la famiglia. Dopo la decisione dei giudici farà la maturità nella sessione straordinaria di settembre.
Ragione ha invece avuto una scuola quando ha dimostrato che la certificazione per i disturbi dell’apprendimento è arrivata solo a fine anno e non era stato quindi possibile attivare in tempo un piano personalizzato di insegnamento. Mentre il Tar si è schierato dalla parte di un ragazzo affetto da discalculia per il quale non erano state preparati appositi test di matematica, ma era stato costretto a cimentarsi in quelli dei compagni.

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