
Nei primi sette mesi dell’anno in Italia le vittime sono state 591 vittime, con un aumento del 5,2% rispetto all’anno precedente, di cui 431 in occasione di lavoro e 160 in itinere. La fascia d’età più colpita è quella dei 45-54 anni. A seguire i lavoratori con età compresa tra i 55 e 64 anni con un indice di incidenza sugli occupati di 33,8 (29,5% del totale) con 127 casi registrati.
«Una situazione tragica – concludeTurchetti – che deve necessariamente indurre ad alzare il livello di controllo sulle condizioni in cui i lavoratori svolgono le loro attività. Lavoratori sempre più colpiti dalla crisi con licenziamenti e precariato diffusi. Morire sul posto di lavoro è inconcepibile e spesso avviane per il mancato rispetto delle regole più elementari. Il lavoro è un diritto, non un motivo di morte”.