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Migranti, Josefa torna a sorridere: "Finalmente ha capito che non tornerà in Libia"

La donna salvata dalla Open Arms, la cui foto ha fatto il giro del mondo, a bordo della nave della Ong sta per arrivare in Spagna. Il responsabile italiano Riccardo Gatti: “È sempre seguita dai medici ma ora è più serena, anche se del naufragio non ricorda nulla”


ROMA – Gli occhi di Josefa sono tornati a brillare. E un timido sorriso ha aperto il cuore ai suoi soccorritori. La donna del Camerun salvata dalla nave della Open Arms adesso sta meglio e domani potrà finalmente sbarcare a Palma di Maiorca. Nella nave spagnola ci sono anche i corpi di una donna e del suo bambino morti nel naufragio della zattera alla quale, miracolosamente, è riuscita ad aggrapparsi Josefa. Assistita con una flebo con soluzioni fisiologica dai medici di bordo Giovanna Scaccabarozzi e Marina Buzzetti che non la lasciano mai da sola, oggi Josefa ha mangiato un passato di verdure ed è più serena “perché ormai ha capito – dice Riccardo Gatti responsabile italiano della Open Arms – che non ritornerà più in Libia, ma in Europa, in Spagna. Non in Italia né a Malta dove non era era possibile attraccare”.

Josefa ha voglia di parlare sentendosi ormai al sicuro, lontano dall’inferno della Libia dal quale è riuscita a scappare. Ma è ancora provata e stanca, ha ferite su tutto il corpo e, soprattutto, nella sua mente. “Noi – dice Riccardo Gatti – non le facciamo domande per non stressarla, ma lei qualcosa ci ha raccontato. E continua a ripetere che in Libia, nelle prigioni gestite dai trafficanti di esseri umani, ha visto l’inferno”. Ai volontari la donna ha spiegato in francese: “Ho vissuto una vita tremenda nel mio paese, il Camerun, dove sono nata e ho vissuto fino ad alcuni anni fa. Sono poi fuggita con l’aiuto dei miei familiari in cerca di una vita migliore perché mio marito mi picchiava. Non potevo avere figli, lui non lo sopportava e si sfogava su di me. Così mi sono affidata ai ‘passeur’ che avevano promesso di portarmi in Libia da dove poi avrei potuto raggiungere l’Europa”.

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