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Lecce, voti in cambio di case: 7 arresti e 34 indagati. Ci sono anche politici

Le case affidate a persone non in graduatoria, alcune occupate abusivamente. Secondo i magistrati l’obiettivo era ottenere consenso elettorale dai beneficiari. Fra gli indagati il senatore Marti (Lega)


LECCE – I finanzieri del comando provinciale di Lecce, al termine di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare nei confronti di 9 persone (di cui due in carcere, cinque agli arresti domiciliari e due con obblighi di dimora), indagati a vario titolo per reati di associazione a delinquere, peculato, corruzione, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, falso, occupazione abusiva, violenza privata e lesioni.

L’ipotesi di reato formulata dai magistrati ha accertato l’assegnazione indebita di alloggi di edilizia residenziale pubblica in favore di persone non collocate in graduatoria in posizione utile, l’occupazione abusiva di alloggi resisi disponibili per l’assegnazione nonché l’accesso illegittimo a forme di sanatoria di cui alla legge regionale 10 del 2014 concesse in assenza dei requisiti richiesti.
Sono stati, inoltre, notificati 34 avvisi di garanzia nei confronti di altrettanti indagati per analoghe ipotesi di reato. E fra gli indagati compare il nome del senatore leccese della Lega Roberto Marti. Dal 2004 al 2010 è stato assessore a Lecce ai Servizi sociali, ai progetti mirati e alle pari opportunità. Il reato contestato è abuso d’ufficio e falso ideologico.

Ai domiciliari sono finiti l’ex assessore e attuale consigliere comunale Attilio Monosi, il consigliere comunale Antonio Torricelli, l’ex assessore della giunta guidata dal sindaco Paolo Perrone, Luca Pasqualini, il dirigente comunale Lillino Gorgoni e il 27enne Andrea Santoro.

La misura interdittiva è stata disposta, invece, per dirigenti e funzionari dell’ufficio casa, Piera PerulliGiovanni PucePaolo Rollo e Luisa Fracasso, mentre in carcere sono stati rinchiusi Umberto Nicoletti e Nicola Pinto, di 31 e 41 anni, entrambi di Lecce, che occupano alloggi popolari in edifici del quartiere Stadio di Lecce.

Gli indagati non sono stati raggiunti da alcun provvedimento restrittivo nell’ambito dell’inchiesta sui voti elettorali ottenuti in cambio di case popolari. Fra gli arrestati ex amministratori comunali e consiglieri comunali, alcuni dei quali ancora in carica, e dirigenti del Comune.

L’ordinanza è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, in seguito a richiesta avanzata dalla Procura nel mese di dicembre dello scorso anno nell’ambito di indagini svolte dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Lecce.

Si tratta di comportamenti che al momento non vedono coinvolti ulteriori soggetti oltre a quelli colpiti dalla misura cautelare. Secondo i magistrati la finalità era quella di acquisire consenso elettorale dei potenziali beneficiari dei pubblici alloggi.

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