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“La mia odissea al pronto soccorso”: il racconto di una notte di caos al Sant’Andrea

Pazienti visitati su una sedia o in corsia, niente barelle e attese infinite per i pazienti


«Il corridoio pieno di barelle, i pazienti visitati sulle sedie, tante persone in attesa di un letto. Ecco l’emergenza che ho visto al pronto soccorso di Vercelli». Così un testimone racconta all’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, l’odissea capitata alla suocera al Dea del Sant’Andrea: la donna arriva al Pronto martedì scorso e dopo essere stata visitata le comunicano la necessità del ricovero: «Mia suocera passa buona parte della giornata su una sedia, e alla sera viene messa su una barella per dormire, ma in corridoio – scrive il cittadino -. Solo il giorno dopo le viene assegnato un letto; prima nel Pronto Soccorso, in serata in un reparto».

Saitta ha risposto rassicurando i cittadini: «La Regione sta lavorando da tempo alla soluzione del sovraffollamento nei pronto soccorso, sia strutturale nel lungo periodo, che immediata in caso di emergenze. Da circa un anno abbiamo potuto riprendere le assunzioni dopo uno stop iniziato nel 2010 a causa del piano di rientro dal debito sanitario che gravava sul Piemonte». È poi la direzione generale Asl a entrare nei dettagli: «Le criticità riscontrate sono state eccezionali e sono legate alla coincidenza di più fattori. Come accade nei periodi festivi, la chiusura degli studi medici ha fatto sì che più persone si rivolgessero al pronto soccorso. A ciò si aggiunge la presenza di pazienti anziani, spesso con diverse patologie, che comporta più ricoveri e periodi di degenza in reparto più lunghi».
 
Inoltre fino al 31 marzo alcuni pazienti potevano essere spostati in residenze sanitarie convenzionate, ma dal 1° aprile non più: «Ci stiamo attivando – concludono dall’Asl – per avviare la riorganizzazione logistica del pronto soccorso. L’obiettivo è rendere gli spazi più funzionali». E l’Azienda ricorda che al Cup di Vercelli in questi giorni di grande afflusso verranno erogati numeri fino a un massimo di 200 giornalieri. Simili limitazioni anche a Santhià, Gattinara e Borgosesia.

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