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IL VICE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO REGIONALE ''SORDO ANCHE NEI CONFRONTI DI FORZA ITALIA''; ''PUNTANO SOLO A UN POSTO AL SOLE A ROMA'' TERAMO: BRUCCHI, BORDATE A CHIODI E GATTI ''COMMISSARIAMENTO PORTA IL LORO NOME''

 
TERAMO – “Il commissariamento ha un nome e un cognome. Al partito sin da luglio ho chiesto di intervenire per evitare questo epilogo ma Gatti è stato sordo anche nei confronti del partito. Glielo ha chiesto Pagano, che ringrazio molto, nella mia stanza, e glielo hanno chiesto i vertici nazionali, ma lui è voluto andare avanti sulla sua strada”.
Così l’ormai ex sindaco di Teramo Maurizio Brucchi, di Forza Italia, mandato a casa dalle dimissioni di 18 consiglieri comunali, 11 dell’opposizione e 7 di Futuro In e della lista civica Al Centro per Teramo, che fanno capo, rispettivamente, ai consiglieri regionali Paolo Gatti, del suo stesso partito, e Mauro Di Dalmazio di Abruzzo Futuro.
“Adesso la cosa più grave che sta accadendo è che ognuno cerca di defilarsi, classico di chi ha l’abitudine di deresponsabilizzarsi”, dice ad AbruzzoWeb, senza risparmiare bordate anche al suo predecessore, l’ex presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi.
“Da quando ha perso le elezioni regionali non si è più visto”, accusa Brucchi, “tranne due occasioni pubbliche in cui ha attaccato l’amministrazione, per il resto non è pervenuto”.
La cena che l’ex governatore promosse nel 2015 “per far recuperare coesione alla coalizione” di cui ha ricordato a questo giornale, “aveva più il sapore dell’apparenza che della sostanza, chi ha avuto ruoli importanti avrebbe dovuto fare molto di più. I primi ad abbandonare sono stati proprio quelli di Al centro per Teramo, lista che fa riferimento a lui. Quello che dice ha il sapore amaro”.
“Gatti dice che l’amministrazione ha vissuto una crisi permanente? Se questo fosse vero lui ha contribuito – dice l’ex sindaco – anzi è stato il principale attore di questa consiliatura, ha recitato un ruolo di primo piano nei vari rimpasti nelle varie Giunte, basta vedere l’ultima con l’allargamento a nove, quando mi chiese di mettere il nono assessore nonostante il suo gruppo fosse contrario”.
Continuando a puntare l’indice contro Chiodi e Gatti, Brucchi afferma che “entrambi puntano ad avere un posto al sole a Roma, mentre io chiedevo di continuare ad amministrare la città”.
“Devo ringraziare Forza Italia che sia a livello comunale, sia regionale e nazionale si è impegnata a scongiurare questo tradimento, in cui un consigliere regionale di Forza Italia manda a casa l’unico sindaco di una città capoluogo, la scelta di Gatti è stata scientemente preparata a tavolino!”, sbotta l’ormai ex primo cittadino.
Determinato a non abbandonare la politica: “Continuo a farla e in Forza Italia, partito che non ho preso come un autobus come accaduto per qualche rappresentante che oggi si professa forzista, io non ho mai aderito ad altri gruppi. Resto a disposizione della mia città e del partito di cui sono vice coordinatore regionale”.
“Con i vertici nazionali avevo avuto un contatto a luglio, quando mi sono dimesso, e tutti, Gatti compreso, mi hanno chiesto di ritirare le dimissioni per scongiurare il commissariamento considerato inopportuno, oggi invece diventa opportuno!”.
A Chiodi, che dalle pagine di questo giornale si è detto disponibile a riunire e ricostruire la coalizione e che, insieme a Gatti, ritiene il centrodestra ancora vincente, Brucchi risponde che “non ho tutte le certezze che hanno loro”.
“Guardandoci dietro abbiamo solo macerie. Chi non era disposto ad andare a casa difficilmente sarà disposto a fare accordi con chi ci ha mandato a casa”, chiosa l’ex sindaco.

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