Caso Milone, il Vaticano replica: «Indagava illegalmente su esponenti della Santa Sede»

La nota della sala stampa vaticana: «Sorpresa e rammarico per quelle dichiarazioni. Il suo compito era solo analizzare bilanci e conti. Incrinato rapporto di fiducia» – Libero Milone: «Volevano arrestarmi. La mia verità sull’addio al Vaticano»

Papa Francesco e Libero Milone in una foto dell’aprile 2016 (Reuters)Papa Francesco e Libero Milone in una foto dell’aprile 2016 (Reuters)
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«La Santa Sede prende atto con sorpresa e rammarico delle dichiarazioni rilasciate dal dtt. Libero Milone, già Revisore Generale. In questo modo egli è venuto meno all’accordo di tenere riservati i motivi delle sue dimissioni dall’Ufficio. Si ricorda che, in base agli Statuti, il compito del Revisore Generale è quello di analizzare i bilanci e i conti della Santa Sede e delle amministrazioni collegate». Lo dichiara la Sala stampa vaticana in merito all’intervista rilasciata anche a Massimo Franco del Corriere della Sera dall’ex revisore generale del Vaticano al Corriere della Sera. Intervista nella quale Milone sosteneva di essere stato costretto a dimettersi a seguito di minacce di arresto ricevute dalla gendarmeria vaticana.

La nota

«Risulta purtroppo – sottolinea ancora la Santa Sede – che l’ufficio diretto dal dott. Milone, esulando dalle sue competenze, ha incaricato illegalmente una Società esterna per svolgere attività investigative sulla vita privata di esponenti della Santa Sede. Questo, oltre a costituire un reato, ha irrimediabilmente incrinato la fiducia riposta nel Dott.Milone, il quale, messo davanti alle sue responsabilità, ha accettato liberamente di rassegnare le dimissioni».

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