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Frosinone, inaugurato il nuovo stadio. Malagò: “Un gioiello, si segua esempio”

Frosinone, inaugurato il nuovo stadio. Malagò: "Un gioiello, si segua esempio"
Aperto il “Benito Stirpe”: potrà ospitare 16.000 spettatori. E’ il quarto impianto di proprietà in Italia dopo quelli di Reggio Emilia, Torino e Udine. Entusiasta il presidente gialloblù: “Aver realizzato quest’opera in un anno è tra le più belle cose compiute in vita mia”
FROSINONE – Il Frosinone ha finalmente la sua nuova casa. È arrivato il gran giorno del “Benito Stirpe”, lo stadio fortemente voluto dal presidente Maurizio e intitolato alla memoria del padre. Un progetto che parte da lontano e che ha portato all’ammodernamento del vecchio ‘Casalenò anche grazie al finanziamento da 8 milioni di euro, il 40% della spesa complessiva del progetto (20 milioni), ottenuto dal Credito Sportivo. Il nuovo impianto da 16 mila posti proietta il Frosinone in una ristrettissima elite visto che si tratta del quarto stadio di proprietà in Italia dopo quelli di Reggio Emilia, Torino (l’Allianz Stadium della Juve) e Udine.

STIRPE: UNA DELLE COSE PIÙ BELLE FATTE IN VITA MIA – “Ci sono ancora delle cose da sistemare – ha spiegato il presidente gialloblù – ma siamo soddisfatti per essere riusciti a centrare il risultato che ci eravamo prefissati. Infatti nella campagna abbonamenti abbiamo lasciato fuori due partite, eravamo ben consapevoli di saltare le prime due gare. Ma fatemi dire che l’aver realizzato questa opera in un anno, possiamo catalogarla tra le più belle cose che abbia visto nella mia vita imprenditoriale. È stato possibile arrivare a questo obiettivo perchè tutte le componenti hanno lavorato in una unica direzione”.
MALAGÒ: IMPIANTO MODELLO, SI SEGUA ESEMPIO – All’inaugurazione, oltre al ministro dello sport Luca Lotti, c’era il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il cui auspicio è che molti altri seguano l’esempio del Frosinone. “Questo impianto è un gioiello, andrebbe preso e copiato in tutta Italia, salvo le grandi città. In Spagna, Portogallo, Francia, Germania e Inghilterra è questo il modello di riferimento. E se molti presidenti non hanno pensato a fare quello che ha fatto Stirpe è perchè “hanno preferito investire, quando c’erano più soldi e avevano il vento in poppa, nell’ennesimo calciatore e non pensare a una casa nuova”. In altri casi, ammette anche Malagò, “si pensa a fare gli stadi dove esistono dei vincoli, oppure cambiano le amministrazioni

o le proprietà dei club” ma in generale “se si pensa a fare solo il risultato sportivo nell’anno in cui si è presidente, questa non è buona cultura sportiva. Io ho sempre investito nelle ‘casè, nelle strutture polifunzionali, con una visione che mi ha portato a ottenere risultati impensabili. Bisogna avere una mentalità da imprenditore ed essere anche una persona che ha una filosofia del calcio che va oltre il singolo risultato”.

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