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West Nile, tre morti in due settimane. Timori nel Ferrarese

L’Ausl: diagnosticati una quindicina di casi, ma il virus è pericoloso solo per chi ha problemi cardio-vascolari. Dodici infettati anche in provincia di Bologna.
 


Tre vittime in poco più di due settimane. E in provincia di Ferrara il virus West Nile torna a fare paura.
La conferma di una certa apprensione arriva dal direttore del reparto Malattie infettive dell’azienda ospedaliera di Ferrara, Marco Libanore. “A tutt’oggi lungo la fascia che va dal delta del Po verso nord est sono stati diagnosticati circa una quindicina di casi di West Nile, quindi vuol dire che la diffusione c’è abbastanza in questo periodo”, dice.
Di questi, tre casi si sono rivelati letali. Dopo il primo decesso avvenuto negli ultimi giorni di luglio nell’ospedale ferrarese di Cona, vittima Paolo Bonazzi, un paziente di 77 anni residente a Cento, gli altri due sono avvenuti il 9 agosto scorso, entrambi dovuti a forme neuroinvasive particolarmente gravi di West Nile virus. Si tratta, informa l’Ausl, di due residenti a Ferrara, di 69 e 86 anni, Enzo Bonaccorsi e Gualtiero Ferraresi. Entrambi erano affetti da patologie cardio-vascolari ed erano stati ricoverati presso l’Azienda ospedaliero-universitaria di Ferrara, rispettivamente il 30 e 31 luglio scorsi.
La trasmissione del virus, ha ricordato l’Ausl, è legata alla presenza del vettore costituito dalla zanzara del genere Culex, da sempre molto diffusa nel territorio Ferrarese. Ma non è lei a portare il virus, si limita solo a trasmetterlo. Il West Nile infatti, spiega ancora Libanore all’Agi, “il West Nile è portato da determinati uccelli – i più comuni sono gazze, cornacchie, uccelli migratori – che possono ospitare il virus e tenerlo dentro di sè anche per più di sei mesi. La zanzara funge da vettore, da veicolo: punge il volatile e occasionalmente lo trasmette all’uomo. Su 100 persone che vengono pizzicate in cui la zanzara è portatrice del virus, 80 non manifestano niente, rimangono completamente asintomatiche, 20 vanno incontro solo ad una febbre transitoria, mentre solo lo 0,1% dei casi può sviluppare una encefalite”.
“Nel 95% dei casi – conclude il dirigente sanitario – si tratta di persone al di sopra 65/70 anni con patologie concomitanti, come vascopatie cerebrali e ischemie cerebrali croniche, cardiopatie, immunodepressi e dunque più deboli anche a causa delle patologie e dell’età. Un soggetto immunocompetente giovane è rarissimo che possa prendere la localizzazione encefalica del virus”.
Il virus naturalmente non conosce confini amministrativi. E benché non si siano verificati casi drammatici, il West Nile è arrivato anche in provincia di Bologna. Dove, conferma l’Ausl, i casi identificati sono, finora, dodici.

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