wRoma, 12 settembre 2017 – Tragedia a Pozzuoli. Tre persone – padre, madre e figlio – sono morte all’interno del cratere della Solfatara per cause da accertare. Si tratta, come confermato dalla polizia, di una famiglia di turisti di Meolo, nel Veneziano. Si tratta di Tiziana Zaramella, 42 anni, originaria del torinese, del marito Massimiliano Carrer, 45 anni, e del loro figlio Lorenzo, 11 anni. Con loro c’era anche l’altro figlio, di 7 anni, che si è salvato. La donna lavorava per la Triveneta Sicurezza all’interno dell’aeroporto Marco Polo di Tessera.
LA DINAMICA – Ancora da chiarire la dinamica dell’accaduto: secondo la prima ricostruzione della Protezione Civile campana, i tre sarebbero caduti nel fango bollente, in una voragine profonda tre metri, che si è aperta mentre padre e madre stavano inseguendo il figlio. Il ragazzino avrebbe superato la cordicella che delimita la zona visitabile penetrando nell’area interdetta alle visite. Ad estrarre i corpi delle tre vittime sono stati i vigili del fuoco.
La fragilità del terreno dopo il nubifragio di ieri potrebbe aver contribuito al crollo. Sul posto sono presenti i vigili del fuoco, che hanno estratto i corpi, e la polizia, oltre che il magistrato di turno. Il sindaco di Pozzuoli, Vincenzo Figliola, per domani ha indetto il lutto cittadino.
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LA SOLFATARA – L’area vulcanica della Solfatara è proprietà di privati, ed è gestita dalla “Vulcano Solfatara srl”. L’ area, che ha una forma ellittica, ha un perimetro di 2 chilometri e 300 metri. Il punto più alto, Monte Olibano è situato a 199 metri di altezza, il fondo del cratere è a 92 metri sopra il livello del mare. Nell’ area sorge anche un Camping. Aperta tutto l’anno, ospita anche visite serali.
INGV – Nel Vulcano Solfatara l’Ingv effettua un monitoraggio grazie all’ausilio di sei stazioni multi-parametriche che forniscono dati sulla sismicità, l’inclinazione e la deformazione del suolo e la temperatura dell’area (con le telecamere termiche). Con le stazioni geotermiche vengono analizzate le emissioni delle fumarole. Due, in particolare, sono quelle ritenute più importanti: “Bocca grande” e “Bocca nuova”. Grazie ai dati l’Ingv monitora le attività non solo del vulcano, ma in tutta l’area flegrea soggetta al fenomeno del bradisismo.