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Stadio, la nuova idea del Comune non dispiace al Bologna

L’ad Fenucci commenta l’annuncio di Merola (no ai Prati, 30 milioni dal Comune): “Le partnership tra pubblico e privato si fanno in tutta Europa: progetto a fine mese”


Come l’ha presa il Bologna quest’inversione di rotta del Comune sullo stadio?Abbastanza bene, a giudicare dalle parole del suo amministratore delegato, Claudio Fenucci. Che prima della sfida contro l’Inter ha fatto il punto della situazione coi cronisti. “Il cambiamento va nella direzione di quello che sta succedendo in Europa, dalla Germania alla Francia sino alla Spagna, ossia verso una partnership fra pubblico e privato”.

Che è esattamente quello che ha annunciato il sindaco Merola venerdì sera alla festa dell’Unità, mandando in pensione, in un attimo, quattro anni di ragionamenti (e di costi). “In fondo per noi non cambia molto, non eravamo interessati agli sviluppi commerciali ai Prati di Caprara per la cittadella della moda, anche se da quella operazione avremmo abbassato i costi dello stadio”. Sensibilmente.

Saputo non vuole che il restyling superi i 70 milioni e sarebbe disposto a spenderne circa 40, per un bene che non è suo, va ricordato, essendo lo stadio dell’amministrazione cittadina. I restanti 30 fino a pochissimi giorni fa sarebbero dovuti arrivare proprio dalle aree compensative adesso archiviate. Se li dà il Comune, al Bologna va bene lo stesso. Anche se a livello di gestione potrebbero poi cambiare le cose, essendo il ruolo del pubblico molto più strategico, se questa strada verrà percorsa con successo. “Non credo – ha però detto l’ad rossoblù – , se adotteremo il percorso della legge sugli stadi  è già previsto che il concessionario, cioè il club, gestisca lo stadio per un certo numero di anni”.

E’ evidente che ci sono ora mille questioni da rivalutare. E i tavoli tecnici si sprecheranno. I tempi si allungheranno? “Non credo – ha risposto Fenucci – anzi, se adotteremo la legge sugli stadi forse i tempi saranno ancora più brevi”. Meglio andarci cauti, ad ogni modo. Molte cose potrebbero mutare, per esempio il ruolo della Seci, cioè il gruppo Maccaferri, che il Bologna scelse anni fa come partner dell’intera operazione. Quando gli è stato chiesto se ci sarà ancora la Seci, Fenucci non è stato risolutivo: “Bisognerà vedere il percorso amministrativo che verrà adottato, poi decideremo. Intanto mi preme ringraziare il gruppo Ece, col quale abbiamo collaborato, con cui c’erano accordi non vincolanti come sempre succede in questi casi, ma è apprezzabile la loro volontà di investire sull’Italia”. Grazie, arrivederci.

Fenucci ha sottolineato che l’impianto ristrutturato non genererà quei ricavi che sarebbero arrivati da uno stadio nuovo (del quale peraltro in questi anni non s’è mai parlato ufficialmente perché l’ipotesi del restyling fu lanciata addirittura da Joe Tacopina) ma nel tempo comunque potrebbe aiutare il club e rafforzarlo.

Da chiarire, fra le tante cose, la questione antistadio (“ragioneremo su una riqualificazione sportiva”) e quella del Crb, che Bologna e Seci hanno acquisito per farci la cosiddetta cittadella dello sport, con ampi parcheggi a ridosso della Certosa, campi sportivi conferiti gratuitamente al Comune e il famoso supermercatro Despar. Dall’amministrazione sono già emerse molte perplessità (dopo che lo stesso Comune aveva spinto Maccaferri all’acquisto del Crb), ma Fenucci ha detto: “Quest’operazione dovrebbe andare avanti, in parte in funzione del restyling dello stadio. Ma vedremo i dettagli”.

Nessuna dichiarazione dal Canada di Saputo. Solo due battute di Fenucci: “Il presidente ha detto che questa è una soluzione che può essere positiva e comunque ha già esperienza in materia avendo rifatto lo stadio a Montreal”.

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