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Spagna, caccia all'ultimo terrorista.

Spagna, caccia all’ultimo terrorista. Governo non innalza livello d’allerta. Catalogna ‘corregge’ Madrid: “Cellula non ancora smantellata”

Spagna, caccia all'ultimo terrorista. Governo non innalza livello d'allerta. Catalogna 'corregge' Madrid: "Cellula non ancora smantellata"

Ricercato Younes Abouyaaqoub, 22 anni, il più riservato dei membri del gruppo radicalizzato composto di giovani di origini marocchine, tutti residenti a Ripoll. Potrebbe aver passato la frontiera. La madre: “Si consegni, l’Islam non vuole che si uccida”. Il ruolo chiave dell’imam nella radicalizzazione degli attentatori. Giallo sul ruolo del fratello di un attentatore di Cambrils che al momento è irreperibile. Fonti spagnole: “Anche la Sagrada Familia era nel mirino del gruppo”
È CACCIA al potenziale ultimo componente della cellula terroristica responsabile degli attentati in Catalogna, nonché presunto autista del furgone che giovedì pomeriggio ha falciato i passanti sulla rambla di Barcellonariuscendo poi a dileguarsi. Si tratta del 22enne Younes Abouyaaqoub, figura il cui spessore è cresciuto con l’avanzare delle indagini, arrivando a stagliarsi persino quale possibile leader del nucleo radicalizzato che ha seminato la morte in Catalogna. E c’è mistero anche su Yousseff Aallaa. Suo fratello Said è stato ucciso a Cambrils, di lui invece si sono perse le tracce. Anche se non è detto che abbia legami con la strage, si ipotizza che possa avere un ruolo nella cellula.
· IL FUGGITIVO E L’APPELLO DELLA MADRE
Secondo informazioni raccolte dalla polizia, il 22enne Abouyaaqoub era il più riservato del gruppo di giovani, tutti di origini marocchine e residenti nella cittadina catalana di Ripoll, che negli ultimi mesi trascorrevano molto tempo insieme, senza dare segnali di una allarmante radicalizzazione. Per intercettarlo, nella notte la polizia ha perquisito due bus a Girona e Garrìgas senza esito. Secondo i media, la polizia spagnola non esclude che Abouyaaqoub possa essere riuscito a passare in Francia. Un’altra ipotesi fatta dagli investigatori è che invece appartengano a Younes Abouyaaquob i resti umani di un secondo morto nell’esplosione della casa di Avenacar, riemersi ieri dalle macerie. In questo caso, il terrorista in fuga sarebbe un tredicesimo membro della cellula ancora non identificato.
Alla fuga in Francia di Abouyaaqoub si poteva ricondurre la segnalazione fatta dalle autorità spagnole a quelle francesi relativa al passaggio della frontiera di un mini-van Renault Kangoo, il terzo mezzo noleggiato dai terroristi assieme a due furgoni. Ma il Kangoo sarebbe stato noleggiato giovedì 17 agosto, giorno degli attentati, da Mohamed Hychami, una dei terroristi uccisi a Camrbils in un’agenzia di Parets del Villes, per essere localizzato, ormai vuoto, più tardi lungo l’autostrada Ap7 all’altezza di  Baix Camp, vicino proprio a Cambrils, dove il mezzo aveva avuto un incidente. La polizia stradale aveva trovato all’interno il contratto di noleggio firmato da Hychamy e una carta di credito intestata a Said Aalla, altro membro del commando. Della segnalazione del veicolo da parte degli spagnoli ai francesi si era invece saputo venerdì.
A Younes Abouyaaqoub si rivolge ora la madre. “Si deve costituire, non voglio che uccida altri: l’Islam non dice di fare questo”, ha dichiarato durante una manifestazione della comunità islamica di Ripoll, il centro della cellula terroristica.
· L’IMAM IN CONTATTO CON GLI ATTENTATORI DEL 2004
Proprio a Ripoll avrebbe operato la mente della cellula e autentico responsabile del piano terroristico: l’imam AbdelBaki El Satty, 45 anni, intorno al quale nella cittadina si sarebbe radicalizzato il gruppo di giovani, tutti di origini marocchine, passato poi all’azione. Satty, come scritto da Repubblica, aveva legami con alcuni degli arrestati per gli attentati dell’11 marzo del 2004 a Madrid. Ma sarebbe morto, sepolto dalle macerie nell’esplosione della casa di Alcanar mercoledì scorso, un giorno prima degli attentati. Era uscito di prigione il 5 gennaio del 2012, dopo aver scontato una condanna per reati legati all’immigrazione. La sua casa è stata perquisita nella notte. Si attende l’esame del dna per la conferma della sua morte nella deflagrazione di Alcanar. Ad alcuni conoscenti, El Satty avrebbe recentemente parlato di un suo imminente ritorno in Marocco, dove ha moglie e figli.
· NUOVA RIVENDICAZIONE MA LIVELLO ALLERTA RESTA COSTANTE
Per gli attentati di Barcellona e Cambrils è giunta una nuova rivendicazione dello Stato Islamico, che in un comunicato pubblicato su Telegram scrive di “oltre 120 crociati ed ebrei feriti o uccisi” per mano di “jihadisti” che hanno agito in “due gruppi”. Lo riferisce il Site. Una prima rivendicazione della strage sulla Rambla era arrivata tramite l’agenzia Amaq, fiancheggiatrice dell’Isis. In Spagna però l’allerta resta al livello 4, fissato già nel giugno del 2015, seppur con dispositivo rafforzato. Innalzarlo al livello 5, il più alto, avrebbe consentito al governo spagnolo di adottare misure straordinarie, come la mobilitazione delle forze armate e la dislocazione di cinquemila militari per la difesa di siti strategici possibili obiettivi dei terroristi, come stazioni, aeroporti o centrali elettriche.
LEGGI: QUELLO CHE SAPPIAMO FINORA
Evidentemente uno sforzo ritenuto non necessario, visto che, come ha spiegato il ministro dell’Interno spagnolo Juan Ignacio Zoido, “non esiste la minaccia imminente di un nuovo attacco” e la “cellula dietro gli attentati è stata smantellata”. Affermazione, quest’ultima ‘corretta’ dal ministro dell’Interno della regione autonoma di Catalogna, Joaquim Forn: “Questa indagine è condotta dai Mossos d’Esquadra e ci sono vari canali di investigazione e operazioni che non sono date per concluse. La cellula non si può definire smantellata fino a quando non sarà stata determinata la sorte di tutti i componenti”. Il botta e risposta è proseguito poi con la contro-replica di Zoido il quale, citato da Europa press, ha ribadito: la cellula “come gruppo organizzato non esiste più”.
Il governo centrale ha comunque deciso di intensificare la protezione dei luoghi di grande affluenza di turisti e dei potenziali obiettivi di attacco terroristico, di rafforzare il dispositivo di reazione in caso di attentato e una più stretta cooperazione con le polizie locali. Proprio ieri fonti di stampa spagnola ipotizzavano che tra gli obiettivi iniziali della cellula ci fosse anche la Sagrada Familia.
· LE INDAGINI E LA CELLULA
Complessivamente, il Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, ha individuato 12 presunti componenti della cellula terroristica: cinque sono stati uccisi a Cambrils, due sono morti nell’esplosione di Alcanar e quattro sono stati arrestati. I giovani avevano occupato la casa abbandonata di Alcanar, 200 chilometri a sud di Barcellona, dove stavano preparando gli ordigni per una serie di attacchi nella capitale catalana.
La casa era saltata in aria mercoledì notte, obbligandoli a cambiare un piano che prevedeva l’esplosione tra la folla di furgoni carichi esplosivo. Secondo La Vanguardia, che cita fonti di polizia, nel covo saltato in aria sono state trovate tracce di acetone, perossido di idrogeno, 106 bombole di butano e altro materiale per assemblare esplosivo di tipo tatp.

Attentato a Barcellona, esplosione la notte prima in una casa ad Alcanar


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