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SONO ''IRRILEVANTI AI FINI PENALI'' LE INTERCETTAZIONI CHE PARLANO DI LUI APPALTI: GIP, ''D'ALFONSO NON C'ENTRA'' PER GLI INDAGATI OGNI GARA VA TRUCCATA

di Alberto Orsini
L’AQUILA – Sono “irrilevanti al fine penale”, ma “significativi”, per il giudice, a descrivere il modo di ragionare degli imprenditori che truccavano gli appalti pubblici, i passaggi legati al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, citato da due titolari di aziende indagati nelle carte dell’inchiesta “master list” della procura della Repubblica di Avezzano (L’Aquila), che ha scoperchiato un sistema collaudato per indirizzare le commesse a ditte ben precise con 7 arresti domiciliari.
Il giudice per le indagini preliminari, Francesca Proietti, non riscontra alcuna rilevanza penale nelle parole su D’Alfonso, che non vengono riportate in stralci di intercettazioni, ma solo riassunte.
Il magistrato, tuttavia, ammette che i discorsi che fanno tra loro Sergio Giancaterino di Penne (Pescara), titolare dell’omonima ditta, e il suo faccendiere Antonio Ruggeri, “sono significativi di come tutti i soggetti coinvolti nella presente vicenda siano pienamente convinti dell’inesistenza di alcuna gara di asta pubblica che non sia condizionata da accordi illeciti e, di conseguenza, di come sia quello illecito da loro adottato l’unico modo di agire possibile per potere operare con successo nel settore”.
Come già anticipato da AbruzzoWeb, Giancaterino e Ruggeri citano il governatore quando, all’improvviso, salta uno dei loro tanti piani per truccare appalti, in particolare quello per il consolidamento idrogeologico a San Martino sulla Marrucina (Chieti) va a monte per il cambio del responsabile unico del procedimento: dal geometra Sergio Perticone, definito dal gip in relazione alla gara “compiacente e disponibile ad addomesticarla”, a uno non manovrabile.
Una gara bandita dall’Unione delle Colline Teatine, che fa da centrale unica di committenza per i Comuni di Ari, Casacanditella, Casalincontrada, San Martino sulla Marrucina e Roccamontepiano.
“Il buon esito delle manovre non è stato raggiunto – scrive il gip – ciò in ragione della nomina di un rup diverso da quello previsto che alla loro lista di ditte ha aggiunto un altro consistente gruppo di ditte invitate, portandole da 15 a 31 e facendo, così, venire meno gli accordi volti a predeterminare gli esiti della gara”.
“La novità negativa viene ampiamente commentata da tutti i soggetti coinvolti nelle indagini che si lasciano andare a una serie di supposizioni che traggono origine dalla circostanza che alla gara è stata invitata la ditta Colanzi che gli stessi ritengono strettamente collegata a D’Alfonso”, continua ancora.
Per il gip, insomma, come si legge in un altro passaggio, “tale affidamento a rup diverso viene letto dagli indagati come una manovra imposta dal governatore D’Alfonso al fine di favorire ditte a lui vicine”.
Come fatto notare da fonti vicine al presidente, “il giudice stesso evidenzia che due parlano tra loro e mai con lui e soprattutto precisa che non c’è nessun profilo penale nelle parole dei due malfattori”.
Sull’impresa Colanzi, il governatore ha detto al quotidiano Il Centro che “che io ricordi c’è un Colanzi a Chieti ma non l’ho mai incontrato” e su possibili suoi interventi per cambiare il, lo ha definito “un fatto assolutamente inesistente”.
Quello di D’Alfonso non è il solo nome eccellente spuntato tra le carte del gip, anche se senza coinvolgimenti giudiziari: ci sono anche gli ex sindaci dell’Aquila e di Avezzano (L’Aquila), Massimo Cialente Giovanni Di Pangrazio, dei quali ancora una volta parlano Giancaterino e Ruggeri in alcune intercettazioni. Anche in questo caso negato ogni minimo collegamento dagli interessati, con minaccia di querela per chi insinua.
L’inchiesta nasce anche da precedenti filoni di inchiesta nella Marsica, sempre su presunti appalti e gare truccati e mazzette, che hanno coinvolto, oltre a numerosi sindaci, anche nomi eccellenti della politica.
Sono indagati l’assessore regionale del Partito democratico Donato Di Matteo e il consigliere regionale della maggioranza di centrosinistra Lorenzo Berardinetti (Regione facile), che è anche sindaco di Sante Marie (L’Aquila), la senatrice aquilana del Pd Stefania Pezzopane, e il deputato di Alleanza popolare Filippo Piccone, ex senatore di Fi e Pdl e primo cittadino di Celano (L’Aquila), di cui oggi è vice sindaco.

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