EXITO STYLE

Roma, tredicenne morto a scuola. Il padre: "Chi sa, si faccia avanti"

104100157-74de5b11-57c4-42b5-ac79-9eacf756aa56.jpg“Il mio bambino non si può essere ucciso, venerdì mattina era sereno”. “Nel bigliettino non c’è spiegazione: le indagini devono andare avanti”
“Chi sa parli, mio figlio non può essersi ucciso. Vogliamo la verità su questa morte assurda”. Lancia un appello il papà del 13enne che venerdì mattina si è buttato dalla tromba delle scale dell’istituto Santa Maria. Nell’appartamento al secondo piano di una palazzina elegante di San Giovanni le serrande sono tutte abbassate e il silenzio assordante. I genitori e i nonni del ragazzino sono stretti nel dolore mentre la procura e i carabinieri di piazza Dante indagano per istigazione al suicidio. Ieri mattina invece i periti hanno proceduto con un altro sopralluogo nella scuola di viale Manzoni.
Secondo gli investigatori suo figlio si sarebbe suicidato.
“Assolutamente no, non è possibile. Il mio bambino era sereno e pieno di vita. Non crediamo che si sia volontariamente tolto la vita. Vogliamo sapere la verità anche dalla scuola: se qualcuno sa, tra i compagni di classe o i professori, deve dirlo. La morte di mio figlio non può essere archiviata come un suicidio. Gli investigatori devono cercare la verità e non vogliamo che si escluda nessuna altra ipotesi “.
Sul banco è stato trovato un biglietto.
“Questo pomeriggio (ieri ndr) abbiamo un colloquio ufficiale con i carabinieri che stanno indagando. E’ il primo in realtà perché fino ad ora siamo solo stati informati di quanto era accaduto e di come stavano procedendo i militari. Ce lo faranno leggere ma sappiamo già che in quelle poche parole non c’è alcuna spiegazione plausibile. Nessun riferimento che possa fare chiarezza sul gesto del mio bambino, anzi.
È anche da accertare che sia stato scritto da lui. Siamo disperati perché non riusciamo a capire cosa sia potuto accadere e come. Ma non può essersi buttato di sotto, questo lo ripeterò fino alla fine dei miei giorni”.
Avete avuto modo di confrontarvi con i professori ?
“Ci hanno espresso la loro vicinanza poco dopo l’accaduto. Ma non abbiamo ancora avuto nessun incontro, stiamo aspettando intanto di avere i primi risultati delle indagini dai carabinieri. Speriamo che possano fare un po’ di chiarezza sulla dinamica. Perché anche sulla ricostruzione secondo noi ci sono delle lacune “.
Avete sospetti che possa essere stato vittima di bullismo?
“Lo escludiamo. Era perfettamente integrato nella classe, nella scuola e con gli amici dello sport. Era un ragazzino sereno e molto sensibile. E comunque se fosse accaduto qualcosa anche con i compagni di classe ce lo avrebbe raccontato sicuramente. Così come se fosse stato preso di mira da qualcuno, lo avrebbe detto a casa, si sarebbe confidato. Di questo ne siamo sicuri. O ci saremmo comunque accorti di un suo cambiamento, siamo genitori attenti e molto presenti. E invece è stato sempre lo stesso anche quella mattina quando si è svegliato per andare a scuola…”.
Si riferisce a venerdì?
“Sì, è stata una mattina come tutte le altre. Un giorno qualsiasi per noi e per lui. Quando l’abbiamo accompagnato a scuola era sereno. Per questo l’ipotesi del suicidio non è plausibile e non la possiamo accettare. Adesso siamo nelle mani dei carabinieri e dei magistrati. Solo loro potranno dirci perché mio figlio è caduto dalla

tromba delle scale. E siamo certi che qualcuno deve sapere come sono andate le cose e ce lo deve dire. Lo devono al mio bambino e a noi, che siamo e saremo sempre i suoi genitori “.
Le ha detto qualcosa di particolare quando vi siete parlati l’ultima volta?
“No, nulla di particolare. Come sempre, quando mi ha salutato, mi ha detto solo: “ciao papà”. E invece ora non c’è più e io non so il perché”.

POST A COMMENT