Roma, otto bancarelle su 10 con licenze irregolari: "Fermiamo l’assedio

082838512-dcf13b49-9db0-4a37-9fb6-b899f6de3a0d.jpgIn scadenza 12mila autorizzazioni, il doppio di Parigi finito il censimento, nuovi limiti con la Bolkestein

Dodicimila ambulanti da strada in giro per Roma, il doppio di Parigi. L’80 per cento di queste licenze è illegale: o perché sono anomale (rilasciate da enti non competenti) o perché violano il codice della strada, o perché occupano il suolo pubblico, o perché non hanno i permessi dei Beni culturali. In molti Municipi è stata utilizzata anche una app dalla polizia municipale per il censimento: quando gli agenti si imbattevano in bancarelle, camion bar, edicole, caldarrostai, urtisti, ritrattisti, pittori, artisti di strada, li fotografavano e in tempo reale venivano geolocalizzati su una mappa digitale. Le 12mila licenze degli ambulanti che si trovano sui marciapiedi sono in scadenza per effetto della direttiva europea Bolkestein sul libero commercio.
E per la prima volta dovranno essere messe tutte a bando europeo. Il termine di scadenza delle licenze è il 31 dicembre 2018. Poiché, tuttavia, il bando europeo dura 180 giorni, e poiché dopo occorrerà fare le aggiudicazioni e aspettare i ricorsi, per rispettare i tempi l’Amministrazione comunale dovrà decidere cosa bandire entro la fine di quest’anno. Il tempo, dunque, stringe. Nessuno sa quante saranno rinnovate. Soprattutto nessuno sa se saranno assegnate a chi le ha avute da decenni. Finora venivano ereditate di padre in figlio con vari stratagemmi societari, o vendute dal titolare originale in una sorta di mercato nero. Dal gennaio 2019 non sarà più così: chi vorrà commerciare sulle strade pubbliche in zone demaniali in prossimità di monumenti o nel centro storico potrà farlo per 7 o 12 anni al massimo. Dopodiché la licenza scadrà.
Ma sulla regolarizzazione del commercio ambulante è già scontro. E non solo con gli ambulanti che da sempre hanno chiesto al governo di escludere completamente la loro categoria dall’obbligo di messa al bando delle concessioni. È soprattutto scontro politico, tra M5s e Pd. Da una parte la giunta Raggi ha già fatto sapere, attraverso il presidente grillino della commissione consiliare Commercio, che non ha alcun interesse di applicare la Bolkestein in quanto, spiegano i politici 5 Stelle, quando andranno al governo la aboliranno. Dall’altra il Municipio del centro che ha la maggior concentrazione di esercizi su marciapiedi, intende applicare la direttiva europea. A complicare la questione, il nuovo codice della strada e una delibera del Campidoglio (numero 30), approvata alla fine di giugno che dava ai Municipi 90 giorni per regolarizzare le licenze anomale, circa un migliaio sul totale.
Il termine è scaduto alla fine di settembre. Quel che è trapelato dal tavolo tecnico (del quale fanno parte Soprintendenza, polizia municipale, Comune, Municipi), è un quadro desolante: le circa 900 licenze del centro storico sarebbero quasi tutte irregolari o illegittime. E che pochissime potranno essere rinnovate. Nella piazza della Fontana di Trevi, ad esempio, c’è un caldarrostaio che usufruisce di un ombrellone, è aperto tutto l’anno, e, incredibilmente, ha un allaccio alla corrente elettrica. Ci sono poi gli urtisti: questa categoria, per difendersi dai regolamenti sempre più restrittivi del Mibact, hanno ottenuto di essere riconosciuti come “attività storica” per sfuggire

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