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Renzi: "Abbiamo fatto ripartire l'Italia. No alla politica della paura

Ultimo giorno della campagna elettorale. Il leader democratico: “Meglio all’opposizione che alleato di estremisti”. A Di Maio: “Non avrai mai i nostri voti”. Poi a un elogio della squadra: oltre all’attuale presidente del Consiglio, cita Delrio, Minniti, Calenda e Franceschini. “Tocca al presidente della Repubblica decidere”ROMA – Ha chiuso a Firenze, Matteo Renzi, la sua campagna elettorale tra lo sventolio di bandiere Pd al teatro Obihall, subito dopo essere stato a Porta a Porta. Il segretario dem ha attaccato la “coalizione della rabbia” composta da M5s e Lega, paventando il rischio di “un salto nel buio” nel caso di un governo Grillo-Salvini. “Le parole di Grillo in piazza del Popolo erano intrise di una volgarità che faceva schifo”, ha detto.
E poi se l’è presa con i “professionisti della nostalgia, alleanza che tiene insieme Fi e i compagni della sinistra radicale”. “Quelli della sinistra radicale una volta dicevano che prima di tutto c’era la ‘ditta’. Poi per riprendersi la ‘ditta’ non esitano a riconsegnare il Paese a una delle peggiori destre della storia europea”.

Elezioni 2018, Renzi: “I modi violenti dei 5stelle fanno male all’Italia. Noi mai con Di Maio”

Si è rivolto ai militanti: “Sono qui soltanto per dirvi grazie perché in questa campagna elettorale hanno fatto di tutto per farci vergognare del Pd”, e lo hanno fatto “anche in modo barbaro e violento”, ma “noi siamo orgogliosi di essere il Pd e di quello che abbiamo fatto: abbiamo fatto ripartire l’Italia”. Il segretario pd cita i dati ufficiali Istat per annunciare (su Facebook) di avere vinto la sfida della crisi economica. “Ho giurato al Colle nel febbraio 2014 – dice – in questi 4 anni il Pil è cresciuto del 4%. I consumi sono cresciuti del 5.4% (80 euro, Tasi, Bonus). L’export è cresciuto del 17%. Gli investimenti in macchinari e trasporto sono cresciuti del 24% (industria 4.0, superammortamento, nuova Sabatini). Questi dati sono i dati ufficiali. Nessuno può smentirli”.
S’è scagliato più volte contro il M5s, nel comizio di chiusura. “Luigi Di Maio – ha tuonato Renzi – ci ha insultati per 5 anni dandoci dei petrolieri, dei banchieri, dei mafiosi e dei corrotti. Oggi viene a chiederci i voti per governare”. “Ma i voti per governare non te li daranno i cittadini e non te li darà il Pd”, ha gridato rivolgendosi direttamente al candidato premier pentastellato.
Renzi attacca i 5 Stelle definendo la presentazione dei “fanta-ministri” una mera “operazione di marketing” resasi necessaria dopo che hanno “pestato un problemone: quello di aver candidato in una ventina di collegi personaggi da Di Maio stesso definiti impresentabili (e definiti truffatori dal M5s), come il caso di  Andrea Cecconi, che si presenterà al collegio di Pesaro, scappato con i soldi dei rimborsi “. Per dimostrare l’antieuropeismo della Lega il segretario dem cita il suo concorrente nel collegio di Firenze 1, “Alberto Bagnai, il professore di economia che vuole uscire dall’Euro“.
L’ex premier ammette che “la legge Fornero si può correggere ma non cancellare”. Svela che “la presenza di professionisti italiani delle fake news che rilanciano notizie false sulla sanità, sui vaccini diventa un problema di sicurezza nazionale” di cui si dovrà occupare nella prossima legislatura una apposita Commissione parlamentare. “Non ci vergogniamo di essere del Pd – dichiara – ma del linguaggio usato dai 5 Stelle in Piazza del Popolo che era mezza vuota”. Quindi annuncia che “preferisce andare all’opposizione piuttosto che allearmi con gli estremisti”.
Nell’ultima intensa giornata di campagna elettorale il segretario dem ha detto che qualunque sia l’esito delle elezioni “resterò segretario fino al 2021, sono le primarie a decidere il segretario del Pd”, ha precisato a Omnibus su La7.
In giornata è tornato più volte sulla questione del candidato premier. “Rispettiamo – dice – il compito istituzionale del presidente della Repubblica”. “Non so – spiega  – se sarà Paolo Gentiloni o gli altri nomi del pd come DelrioMinnitiCalendaFranceschini. Sono comunque convinto che tutti gli italiani riconoscano in questi nomi professionalità e autorevolezza, una forza decisamente superiore ai nostri competitor“.
• GENTILONI: “PREOCCUPATO SI BUTTI A MARE FATICA ITALIA”
Il premier Paolo Gentiloni  è intervenuto sul tema del lavoro che manca. “La preoccupazione – ha spiegato è che la fatica fatta venga buttata a mare. Il punto è se il lavoro fatto lo vogliamo continuare o buttare”. “C’è stata – ha aggiunto – una crisi micidiale dal 2009 che ha fatto perdere oltre un milione di posti di lavoro. Stiamo tornando a prima di quel crollo, stiamo riguadagnando posizioni. Il punto è se questo lavoro lo vogliamo continuare o buttare via”.
• BONINO (+EUROPA): “SCELTO UN CAMPO E LÍ RIMARREMO”
In campo, nella giornata conclusiva della campagna elettorale, anche gli alleati del Pd. Sul tema delle scelte, è intervenuta Emma Bonino, leader di +Europa, che ha confermato la propria “lealtà istituzionale”. “Noi – afferma – abbiamo fatto una scelta di campo molto netta tra un blocco di chiusura, sovranista (e ieri Meloni non a caso era da Orban), e l’altro blocco che pur con qualche tentennamento è europeista. La scelta è stata netta tra chiusura e apertura e in questo campo rimarremo”.

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