Omicidio Desirée, Roma a occhi chiusi: tre telecamere su 10 guaste o oscurate

Non solo l’impianto di San Lorenzo cieco per via degli alberi. Salvini difende il prefetto e per un giorno salva Raggi dalle accuse


Nelle zone della movida, nelle ville storiche e a protezione dei monumenti. Le 5.400 telecamere collegate alla Sala sistema Roma sono una risorsa fondamentale, un asset tecnologico sul quale le forze dell’ordine fanno affidamento decine di volte al giorno per risolvere casi più o meno spinosi. Eppure qualcosa non funziona nel grande sistema di videosorveglianza rinnovato per il Giubileo della Misericordia del 2015. Vuoi per la mancata cura del verde che oscura gli occhi elettronici e le comunicazioni radio tra un dispositivo e l’altro, vuoi per l’obsolescenza che negli anni ha investito parte degli impianti più vecchi, più di un terzo delle sentinelle automatizzate del Campidoglio è fuori uso.

A raccontarlo sono alcuni degli operatori della sala, divisa dai vigili urbani e dai tecnici che si occupano della sua manutenzione: ” Una volta ti ritrovi con lo schermo che sfarfalla, un’altra c’è mancanza di segnale”. Così, a macchia di leopardo, il sistema va in tilt. Tra le telecamere fuori servizio, come raccontato ieri da Repubblica, non ci sono soltanto quelle dell’area ” San Lorenzo 2″.

Lì, nel tratto di via dei Sabelli compreso tra via dei Sardi e via degli Ausoni, da tre anni almeno quattro impianti sono ciechi a causa dei rami mai sfrondati nonostante le richieste degli agenti della polizia municipale. Quattro telecamere sulle 14 complessivamente installate nel quartiere in cui è stata uccisa Desirée, la 16enne di Cisterna di Latina violentata e poi lasciata morire in un palazzo abbandonato di via dei Lucani. ” Siamo messi così anche in alcune delle strade del Pigneto. In alcuni casi il problema è il ponte radio tra le videocamere, coperto dagli alberi ” , commentano gli addetti della Sala. Un’altra area che, come si legge nelle missive scambiate negli ultimi mesi tra i diversi dipartimenti capitolini coinvolti nella gestione della Sala, è “considerata sensibile per ciò che concerne l’ordine pubblico”.

Ed è proprio sul dossier sicurezza che la politica, nonostante di mezzo ci sia il corpo di una ragazza di 16 anni e una morte orrenda, continua a polemizzare senza sosta. La tensione è sempre più alta e lo scontro a tutto campo. Il vicepremier Matteo Salvini aveva prima messo nel mirino la sindaca Virginia Raggi, poi per amor proprio e di governo ha cambiato obiettivo. Ecco lo scontro con Matteo Orfini, presidente del Pd che ieri ha attaccato la prefetta Paola Basilone per aver sottovalutato gli allarmi su San Lorenzo di Francesca Del Bello, minisindaca del II municipio. ” Il prefetto non può sostituirsi al sindaco mentre una cattiva amministrazione può essere sostituita dai cittadini. Ecco perché il Pd è stato cacciato prima dai romani e poi dal resto degli italiani”, la replica del titolare del Viminale.

Nessuna risposta, invece, all’uscita di ieri mattina di Roberto Fico. Il presidente della Camera grillino ha ribadito il suo ” no alle ruspe ” in un evento in Campidoglio, mentre la prima cittadina ha bocciato le ronde. Per evitare ulteriori bisticci dalle parti di palazzo Chigi, il ministro dell’Interno ha preferito soprassedere. Meglio fare buon viso a cattivo gioco, continuando però a tenere presente che se il 10 novembre la sindaca Raggi dovesse essere condannata si potrebbe aprire da subito la corsa allo scranno più alto di palazzo Senatorio. ” C’è un sindaco che si chiama Raggi e che sosterrò, dando la forza pubblica per sgomberare almeno una parte di quei 90 palazzi occupati da troppo tempo ” , ha assicurato Salvini. Che oggi, dopo la visita di mercoledì a San Lorenzo tra fischi e applausi, sarà spettatore di una giornata ad alta tensione: sfilano Forza Nuova e Anpi, idee e valori agli antipodi. Ieri invece sono stati gli attivisti del Cinema Palazzo a ricordare Desirée.

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Omicidio Desirée, Roma a occhi chiusi: tre telecamere su 10 guaste o oscurate

Non solo l’impianto di San Lorenzo cieco per via degli alberi. Salvini difende il prefetto e per un giorno salva Raggi dalle accuse


Nelle zone della movida, nelle ville storiche e a protezione dei monumenti. Le 5.400 telecamere collegate alla Sala sistema Roma sono una risorsa fondamentale, un asset tecnologico sul quale le forze dell’ordine fanno affidamento decine di volte al giorno per risolvere casi più o meno spinosi. Eppure qualcosa non funziona nel grande sistema di videosorveglianza rinnovato per il Giubileo della Misericordia del 2015. Vuoi per la mancata cura del verde che oscura gli occhi elettronici e le comunicazioni radio tra un dispositivo e l’altro, vuoi per l’obsolescenza che negli anni ha investito parte degli impianti più vecchi, più di un terzo delle sentinelle automatizzate del Campidoglio è fuori uso.

A raccontarlo sono alcuni degli operatori della sala, divisa dai vigili urbani e dai tecnici che si occupano della sua manutenzione: ” Una volta ti ritrovi con lo schermo che sfarfalla, un’altra c’è mancanza di segnale”. Così, a macchia di leopardo, il sistema va in tilt. Tra le telecamere fuori servizio, come raccontato ieri da Repubblica, non ci sono soltanto quelle dell’area ” San Lorenzo 2″.

Lì, nel tratto di via dei Sabelli compreso tra via dei Sardi e via degli Ausoni, da tre anni almeno quattro impianti sono ciechi a causa dei rami mai sfrondati nonostante le richieste degli agenti della polizia municipale. Quattro telecamere sulle 14 complessivamente installate nel quartiere in cui è stata uccisa Desirée, la 16enne di Cisterna di Latina violentata e poi lasciata morire in un palazzo abbandonato di via dei Lucani. ” Siamo messi così anche in alcune delle strade del Pigneto. In alcuni casi il problema è il ponte radio tra le videocamere, coperto dagli alberi ” , commentano gli addetti della Sala. Un’altra area che, come si legge nelle missive scambiate negli ultimi mesi tra i diversi dipartimenti capitolini coinvolti nella gestione della Sala, è “considerata sensibile per ciò che concerne l’ordine pubblico”.

Ed è proprio sul dossier sicurezza che la politica, nonostante di mezzo ci sia il corpo di una ragazza di 16 anni e una morte orrenda, continua a polemizzare senza sosta. La tensione è sempre più alta e lo scontro a tutto campo. Il vicepremier Matteo Salvini aveva prima messo nel mirino la sindaca Virginia Raggi, poi per amor proprio e di governo ha cambiato obiettivo. Ecco lo scontro con Matteo Orfini, presidente del Pd che ieri ha attaccato la prefetta Paola Basilone per aver sottovalutato gli allarmi su San Lorenzo di Francesca Del Bello, minisindaca del II municipio. ” Il prefetto non può sostituirsi al sindaco mentre una cattiva amministrazione può essere sostituita dai cittadini. Ecco perché il Pd è stato cacciato prima dai romani e poi dal resto degli italiani”, la replica del titolare del Viminale.

Nessuna risposta, invece, all’uscita di ieri mattina di Roberto Fico. Il presidente della Camera grillino ha ribadito il suo ” no alle ruspe ” in un evento in Campidoglio, mentre la prima cittadina ha bocciato le ronde. Per evitare ulteriori bisticci dalle parti di palazzo Chigi, il ministro dell’Interno ha preferito soprassedere. Meglio fare buon viso a cattivo gioco, continuando però a tenere presente che se il 10 novembre la sindaca Raggi dovesse essere condannata si potrebbe aprire da subito la corsa allo scranno più alto di palazzo Senatorio. ” C’è un sindaco che si chiama Raggi e che sosterrò, dando la forza pubblica per sgomberare almeno una parte di quei 90 palazzi occupati da troppo tempo ” , ha assicurato Salvini. Che oggi, dopo la visita di mercoledì a San Lorenzo tra fischi e applausi, sarà spettatore di una giornata ad alta tensione: sfilano Forza Nuova e Anpi, idee e valori agli antipodi. Ieri invece sono stati gli attivisti del Cinema Palazzo a ricordare Desirée.

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