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Omicidio Alatri, il ritratto della vittima: due esami alla laurea, la passione per il latino e una vita segnata dalla tragedia della madre

di Andrea Tagliaferri
«Domenico o, come tutti lo conoscevamo “Mimmo”, era una persona straordinaria che ha avuto una vita densa di sofferenza e di esperienze che lo hanno segnato». A parlare è Paolo, amico di lunga data. I rispettivi padri erano colleghi presso la locale Stazione dei Carabinieri e avevano comuni origini campane. «I Pascarella arrivarono pressappoco negli stessi anni in cui anche la mia famiglia di trasferì ad Alatri, erano i primi anni Settanta. Venivano da Maddaloni in provincia di Caserta. Il capo famiglia, Angelo, era un uomo di altri tempi. Molto rigido sia nel lavoro, sia in famiglia. La prima tragedia che ha segnato Mimmo – continua Paolo- è stata la morte della madre per suicidio. Rosa si gettò dal balcone dello stesso appartamento dove è avvenuto il delitto. Domenico aveva già lavorato, a Maddaloni e dintorni, come magazziniere e autista di mezzi adibiti al trasporto di cibi freschi; poi cominciò gli studi in giurisprudenza a Roma, dimostrando doti eccezionali. Non arrivò alla laurea per soli due esami, perché aveva cominciato ad avere problemi psichici. Per noi era un mezzo professore, aveva una proprietà di linguaggio unica, e non solo in italiano, visto che conosceva anche le lingue morte come il Latino e il Greco».

L’amico ricorda un aneddoto: «Una volta lo incontrai in piazzetta nel centro storico dove stava svolgendo il suo ruolo di vigilante per conto del Comune, che lo aveva inserito in un progetto di aiuto. Pioveva molto ma lui stava lì fiero sotto l’acqua con la sua casacca ufficiale. Gli chiesi se voleva un passaggio e che avrei, durante il percorso, fatto rifornimento di gas alla macchina. Mimmo mi corresse subito, spiegandomi che si trattava di GPL, Gas petrolio liquido e mi citò a memoria due interi capitoli di chimica organica. Ecco, questo era Mimmo per tutti noi che lo amavamo così com’era e che nel nostro piccolo lo aiutavamo».
Domenico, in cura presso il Centro di Igiene Mentale, era da diversi anni seguito sia dai Servizi Sociali del Comune. Ultimamente gli avevano anche proposto di ricoverarsi presso un centro per anziani, soluzione che l’uomo aveva rifiutato perché teneva moltissimo alla propria casa e alla propria indipendenza.

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