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Olimpiadi condivise, Appendino scrive a Giorgetti: a queste condizioni niente tridente

Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio tenta l’ultima mediazione prima di dare l’ok alla candidatura al Cio. Restano 48 ore. Malagò: “Spero che si risolvano presto gli ultimi dubbi”


Torino rispedisce al mittente la proposta di “tridente” per le Olimpiadi invernali del 2026. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport, Giancarlo Giorgetti, ieri sera ha mandato una lettera con la quale chiede ai sindaci di Torino, Milano e Cortina, “entro lunedì di ufficializzare la loro disponibilità rispetto allo schema proposto dal Coni di cui abbiamo discusso in settimana”, cioè quello con le tre città sullo stesso piano. La prima a rispondere, e a farlo scaricando sul governo la questione, è la sindaca di Torino, Chiara Appendino, che questo pomeriggio ha inviato a Giorgetti un’altra missiva: “La bozza di protocollo d’intenti ricevuta non contiene alcuna novità rispetto a quanto ampiamente discusso e priva di maggiori approfondimenti sulle criticità più volte evidenziate – scrive la prima cittadina – La posizione di Torino resta la medesima”. E per far capire quale sia Appendino ha anche allegato la delibera del consiglio comunale dove si ribadiva la disponibilità ad ospitare i Giochi invernali, ma solo con una candidatura di Torino e delle valli olimpiche.

La sindaca voleva più garanzie sulla gestione da parte del governo della candidatura e, soprattutto, sui fondi che deve garantire lo Stato per non gravare sulle casse degli enti locali. Rassicurazioni che nel protocollo inviato da Giorgetti però non sarebbero arrivate. Nel testo non solo non si chiarisce se ci sarà una città capofila, cosa chiesta più che altro da Milano e dal sindaco Beppe Sala, ma nemmeno come saranno ripartite le sedi di gara, questione su cui Appendino, per conto di tutti i sindaci delle valli olimpiche, non può fare passi indietro. Per Torino infatti era fondamentale aumentare il numero di competizioni ospitate.

La dead line è dunque tra 48 ore, sulla base del progetto già noto: “Low cost senza sprechi – aveva ricordato l’esponente del governo nel pomeriggio durante la posa della prima pietra di un velodromo a Spresiano, in Veneto – ma soprattutto le tre città coinvolte devono andare d’accordo tra di loro. Poi il governo e il Coni ci mettono del loro. Non sono né fiducioso né pessimista, sono realista. So le regole della politica e quindi capisco che mettere d’accordo tante teste e tanti partiti non è semplice, però ci stiamo provando”.

A Spresiano era presente anche il presidente del Comitato olimpico italiano, Giovanni Malagò, che si è detto “pronto a ribadire a Losanna quello che è stato deciso, non dal sottoscritto o dal Coni, ma da una commissione che secondo me è in assoluto la più qualificata nel nostro Paese per queste valutazioni. Ho assistito agli incontri della scorsa settimana, il clima mi sembrava molto sereno e positivo. Il sottosegretario Giorgetti ha speso parole che abbiamo condiviso per cui ci sono più certezze che dubbi, e speriamo che questi dubbi nel giro di qualche ora si risolvano”.

Per il presidente veneto Luca Zaia, sponsor di Cortina Dolomiti e favorevole all’ipotesi ‘Tridente’, “Cortina è in grado di far fare bella figura al Paese, abbiamo un territorio motivato, non avere le Olimpiadi lì sarebbe lutto nazionale. Giorgetti è un grande mediatore, deve fare il mediatore fino in fondo. Crediamo sia una bella sfida, dove si sono già assottigliati alcuni competitor, direi che è una partita da giocare fino in fondo. Rinunciare per polemichette e fatti di grafica o di loghi – ha concluso – francamente direi di no”.

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