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Lo Stato Sociale secondo a Sanremo: "Ci siamo fatti uno scherzo bello bello"

La band bolognese superata in finalissima dal duo Meta-Moro raccoglie un sacco di premi. E domani alle 18 i cinque ragazzi saranno da Feltrinelli sotto le Due Torri

SANREMO Hanno portato sul palco dell’Ariston un condensato di bolognesità. E hanno vinto, non importa se il gradino più alto del podio lo hanno solo sfiorato arrivando al secondo posto con il brano “Una vita in vacanza”. Questa per Lo Stato Sociale è la consacrazione, è il salto spericolato dall’essere indie a diventare mainstream. Arrivati a Sanremo da semi-sconosciuti ripartono alla volta di Bologna carichi di premi. Il collettivo composto da Ludovico “Lodo” Guenzi, Alberto “Albi” Cazzola, Francesco “Checco” Draicchio, Alberto “Bebo” Guidetti e Enrico “Carota” Roberto si è aggiudicato il premio della critica Sala Stampa Radio-Tv-Web Lucio Dalla, il premio MEI–Meeting delle Etichette Indipendenti, il Soundies Award come miglior videoclip tra i brani in gara al festival della canzone italiana e chissà quale altro trofeo sarà riservato a questi cinque “regaz” di Bologna a cui l’assessore Lepore ha mezzo promesso via Facebook un Nettuno d’oro, proprio come accadde con gli Stadio, i vincitori di due anni fa della kermesse canora.“Hai presente quando organizzi uno scherzo bello bello ma poi diventa così grande che non sai più come fare lo scherzo allo scherzo? Ci troviamo qui, è incredibile” si fa portavoce Lodo della prima dichiarazione da finalista della manifestazione nazionalpopolare per antonomasia “non avevamo nessuna velleità competitiva, però ce la siamo chiamata: abbiamo detto dal primo momento che volevamo arrivare penultimi e alla fine siamo arrivati penultimi al contrario”.
Bologna è sicuramente l’ingrediente più saporito di questo successo. Lo Stato Sociale ha portato a Sanremo il Piccolo Coro dell’Antoniano, lo spirito scanzonato che ricorda la storia del rock demenziale degli Skiantos, il cartello “Ovazione” di Freak Antoni, le magliette serigrafate di The Park, l’accento felsineo e il filo diretto con la propria città che si è mobilitata per supportare quelli di cui magari non si era neanche fan prima di martedì scorso.

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