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Le auto del futuro sono già arrivate

lettrificazione. È soprattutto questa la parola che simboleggia la visione dell’auto che verrà. Ma cosa vuol dire esattamente elettrificazione, visto che nelle ultime settimane, e per tutta una calda estate (automobilisticamente parlando) molte case, da Volvo a Bmw, da Jaguar Land Rover al gruppo Volkswagen, hanno dichiarato che entro qualche anno avranno in gamma solo vetture elettrificate?

Qui occorre fare chiarezza perché non vuole dire che ci saranno solo auto elettriche né, tanto meno, che il motore a combustione interna terminerà la sua lunga vita in modo brusco e repentino, magari sulla scia di annunci ad alto effetto-wow di governi europei.
Più prosaicamente vuol dire che ci sarà una forte spinta sull’ibrido, sulla sua variante plug-in, quella che si ricarica e permette di avere due auto in una: una elettrica pura con 50 km di autonomia (ma diventeranno anche 100), sull’ibrido leggero a 48 volt, anche sulle auto alla spina vere e proprie. Ma queste rimarranno a lungo una sola parte del processo evolutivo. Ad esempio Bmw ha annunciato che entro il 2025 avrà in gamma 25 veicoli elettrificati, 12 dei quali totalmente elettrici. E fra questi ci sarà una vettura che si collocherà tra la i3 e la i8 ed è stata anticipata da un vero e proprio siluro lanciato contro la Tesla di Elon Musk. Si chiama Bmw i Vision Dynamics ed è uno studio di vettura che porta l’elettromobilità su un nuovo livello grazie a un’autonomia di 600 chilometri, un’accelerazione da 0 a 100 km/h coperta in 4 secondi e una velocità massima di 200 km/h. Esteticamente si presenta con una linea da coupé quattro posti, dai tratti decisi senza cadere però in inutili esercizi di stile.

Jaguar Future-Type

La strada verso una trasformazione integrale dell’automobile è dunque tracciata e al salone di Francoforte appena concluso il tema dell’innovazione dell’auto, soprattutto in chiave elettrica, era dominante. In vetrina c’erano moltissimi concept che fanno intravedere quanto le macchine del futuro siano in sostanza già fra noi (e tra due settimane si replica a Tokyo) e che tra suggestioni di modelli da fantascienza, auto che guidano da sole (o almeno ci provano) bisogna mantenere i piedi, anzi le ruote, per terra. Bisogna però considerare un chiaro trend dell’industria: il diesel è in declino e non per demeriti ma per un mix di interessi eco-ideologici ed economici. I motori a gasolio, soprattutto di piccola cilindrata, sono diventati dal punto di vista industriale poco convenienti a causa degli alti costi dei sistemi per ridurre le emissioni allo scarico. Il funerale del diesel sarà però un funerale di stato, nel senso che saranno i governi a metterlo fuori mercato al di là dei suoi meriti. Tuttavia poiché il diesel in linea di massima emette meno CO2 per chilometro percorso rispetto a un benzina di pari cilindrata, ecco che per rientrare negli obiettivi di riduzione di consumi ed emissioni le case puntano sulla tecnologia dei 48 Volt che abbina un motore elettrico in grado di aiutare il termico a consumare meno. È il concetto del mild hybrid, dell’ibridizzazione leggera, facile e veloce da implementare, che aumenta la complessità meccanica però mette al riparo da blocchi del traffico. Almeno per ora. La scelta dell’ibrido vede nel gruppo Toyota uno dei migliori attori, con l’annuncio a Francoforte dell’arrivo di una gamma di versioni ibride sportive anticipate dal concept CH-R Hy-Power. Il “green” e l’elettrificazione sono dunque i temi forti, anche perché le case hanno sulla testa la spada di Damocle del taglio delle emissioni di CO2 del 20% (l’Acea ha chiesto però il rinvio dal 2021 al 2030). E addirittura ci sono brand, come Smart (gruppo Daimler) che ha deciso di vendere solo modelli elettrici dal 2020, mentre nella mischia delle auto alla spina arriva anche Jaguar Land Rover, che ha svelato qualche giorno prima del salone la sua strategia per le ibride e le auto interamente a batteria e fra queste ci saranno non solo l’annunciato crossover alla spina i-pace, ma anche la futura sportiva F-Type.

Il tema dell’elettrificazione, dove la vera novità tangibile è la seconda generazione della Nissan Leaf (l’elettrica più venduta al mondo) si incrocia con quello della guida autonoma, dove la sensazione è che si stia razionalizzando il fenomeno e le “sparate” su auto senza guidatore si siano ridotte. Tra le star del salone di Francoforte ad esempio c’era la nuova Audi A8, ammiraglia con guida autonoma di livello 3 (nella scala tra 1 e 5 stabilita dalla tabella Sae). Se l’A8 arriva al livello 3, sempre Audi con la concept Elaine arriva al quarto e la dimanica di marcia è assicurata da 504 cavalli e da tre motori elettrici. Il livello 5 è ipotizzato sulla Audi Aicon, concept elettrica da quasi 800 km di autonomia, dove spariscono volante e pedaliera e il design anticipa le linee future del marchio. Scenari comunque che saranno tutti da verificare. L’auto dunque vede il suo domani, che si traduce in un futuro fatto comunque di auto normali per tutti, con un volante e un motore che vestono soprattutto l’abito del suv (che si conferma la tipologia di auto in cima agli indici di gradimento). E in queste settimane sono stati tanti gli annunci, con una raffica di nuovi compatti in arrivo (Vw T-Roc, Seat Arona, Skoda Karoq, Hyundai Kona, Kia Stonic) ma anche modelli premium di taglia maggiore come la Bmw X3 o la E-Pace, secondo suv di Jaguar o l’inedita Volvo XC-40.

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