EXITO STYLE

Latina non ha radici nei fossi del dittatore, è terra cantata da Omero. La Storia omessa

Latina-Littoria

Ogni volta che a Latina parlano di Storia si dimenticano della storia, Loretta Isotton e Matteo Adinolfi hanno fatto la ruota sulla loro “città accogliente”. Su quanto sono stati generosi con i profughi dell’est europa, sui film relativi e con l’immancabile citazione dei coloni cispadani e del libro di Antonio Pennacchi, quello con il titolo del “fosso” dedicato al dittatore. Bello, e tutti si beavano di essere intelligenti e colti. Peccato, peccato che la letteratura non sia storia e che la Storia non è un libro una volta per tutte, ma la domanda nuova al coraggio di capire.
Latina è solidale per chi ci viveva da miglaia di anni: le comunità lepine sono state accoglienti, inclusive. Io sono figlio di padre setino e madre veneta, scelta d’amore e non di sangue o di luogo e tanti come me. Roberto Benigni racconta con ironia della scoperta dell’America con Cristoforo Colombo che quando la “scopre” trova glà gli “indiani”che, evidentemente l’avevano scoperta e abitata prima.
Quando sono arrivati quelli “nuovi” i vecchi erano quelli di Satricum, della via Appia, del posto dove viveva la Maga Circe dentro il racconto che ha poi fatto tutti i racconti di occidente, l’Odissea. Qui pregava San Tommaso, qui passeggiava un tipetto anonimo come San Paolo, qui veniva a insegnare la vita Sibilla Aleramo. E taccio di Lidano il santo che 1.500 anni fa qui parlava di Cristo e di fede.
Cari latinensi, qui la bonfica si fa negli anni ’20 e ’30 del secolo scorso, ma i canali, l’assetto del territorio lo aveva studiato un altro che nella civiltà del mondo ha contato niente, un tal Leonardo da Vinci. Ma vi piace il fosso del dittatore, fate pure, ma almeno rispettate chi c’era: noi siamo, e lo rivendichiamo, gli aborigeni di questa terra, siamo la sua radice. Noi non rivendichiamo, ma ora non tolleriamo più la negazione. La Storia ha le storie, rispettiamo le vostre, chiediamo rispetto per le nostre. Poi se volete vedere bellezza andate tra le vie di Sermoneta, nelle piazze di Priverno, seguite le mura di Bassiano, salite fino al tempio di Giove, andate a Ninfa, a Tres Tabernae. Dai, meno pigrizia e luoghi comuni. E vi dico una cosa segreta: Piscinara prima di voi era un posto bellissimo.

POST A COMMENT