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Lady Diana 20 anni dopo tra Brexit e Brunori

Lady Diana 20 anni dopo
tra Brexit e Brunori

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Sono passati vent’anni, ma credo che tutti ricordino dov’erano, quando hanno saputo della morte di Diana, principessa di Galles. Quand’è arrivata la notizia (la Mercedes S-280 nera targata 688 LTV 75, quel tunnel di Parigi) stavo al Lido di Venezia. Conducevo un programma in diretta per Rai3 dalla Mostra del Cinema, con Paolo Mereghetti. Andavamo in onda ogni giorno alle 20, contro i telegiornali. Quella sera (domenica 31 agosto 1997) credo non ci abbiano seguito neppure gli stretti famigliari. Guardavo la telecamera, parlavo di film e pensavo a Diana, che come attrice era la più brava di tutti.
La parabola pubblica di Diana Spencer, ragazza del 1961 di buona famiglia, è durata sedici anni: dal matrimonio (1981) alla morte (1997). In mezzo due figli, alcuni amici, un paio di amanti accertati, un fratello loquace, molti sostenitori, altrettanti detrattori, varie biografie, alcune buone cause (come la battaglia contro le mine antiuomo, un tentativo onesto di convertire la notorietà in servizio). E, naturalmente, un bel sorriso incerto, occhi bassi in televisione, spalle più fascinose delle gambe (e le gambe non scherzavano), alcuni abiti deliziosi, almeno due tagli geniali di capelli. Perché Diana era una delle poche donne che sapevano tenere a bada il proprio parrucchiere. Aggiungiamo anche quello, tra i misteri.
Mai capìta fino in fondo, Diana. Incomprensibile quando andava a sposare un uomo dal cuore impegnato, con quell’aria da liceale sottratta alle interrogazioni. Inspiegabile quando taceva e sopportava. Imprevedibile quando parlava per interposto biografo, amico, amante, consigliere. Impagabile quand’è diventata di colpo attraente, come una rosa che la sera prima non c’era. Irraggiungibile anche per chi l’ha conosciuta bene. Alcuni dicono che fosse abile e vendicativa; altri la ricordano sensibile e vulnerabile. Forse era una donna sensibile, vulnerabile, abile e un po’ vendicativa. Bella? Non quando s’è sposata. «Ci sono gli ingredienti di cui sono fatte le favole!», esclamò l’euforico arcivescovo di Canterbury celebrando le nozze. Ma diciamolo: come protagonista, Biancaneve era più sexy e Cenerentola politicamente più interessante.
Diana ha cambiato gli inglesi per sempre. Esiste un’Inghilterra AD (Ante Diana) e un’Inghilterra DD (Dopo Diana). Prima la nazione era classista e compatta, curiosa e rispettosa, sobria e stoica. Poi s’è rotto qualcosa: le emozioni si sono intrufolate sotto la corazza goffa del self-control, la diffidenza ha preso il posto della reverenza, l’establishment ha dovuto guadagnarsi la posizione (e spesso non c’è riuscito). Potrà sembrarvi strano, ma anche Brexit è figlia di quella notte di Parigi.

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