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La seconda casa più cara al mondo  (l’ha comprata il cinese Jack Ma)

 

Il ricchissimo cinese Jack Ma continua a comprare case da sogno come se fossero noccioline (leggi qui). Il fondatore e terzo azionista del gruppo Alibaba ha sborsato con nonchalance 1,5 bilioni di dollari di Hong Kong, sarebbe a dire 193 milioni di dollari americani, per diventare il proprietario dalla casa più costosa della città, la seconda casa più cara al mondo. Ha pagato 19.500 dollari per ogni metro quadrato di cui consta la dimora, sarebbe a dire 9 mila. Non avrebbe potuto accontentarsi di meno. Jack Ma, del resto, non è estraneo ad acquisti importanti. A giugno, infatti, è diventato proprietario di Brandon Park, una tenuta da 28.120 acri, situata tra i monti Adirondack, nello stato di New York. Il parco comprende parte del Saint Regis River, alcuni laghi, ruscelli e una grande foresta. Il cinese ha dato in quell’occasione 23 milioni di dollari e ha spiegato di averlo fatto per contribuire alla conservazione del luogo, dato che l’attività estrattiva lo ha privato di molte delle sue risorse naturali. Ha però aggiunto che ci avrebbe anche soggiornato di tanto in tanto, durante le vacanze.
 
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Donazioni per l’ambiente. L’attenzione di Jack Ma nei confronti dell’ambiente non è una novità, dal momento che aveva già fatto generose donazioni nel tentativo di proteggere il paesaggio naturale della Cina. Jack Ma ha contribuito alla fondazione della Sichuan Nature Conservation Foundation e della Laohegou Nature Reserve nello Sichuan e ha anche creato un fondo per l’ambiente che attualmente ha in dotazione 3 bilioni di dollari. Il portavoce di Alibaba ha affermato che «proteggere l’ambiente cinese sarà sempre la priorità più importante per Jack e continuerà a lottare per questo. Questo acquisto [di Brandon Park, ndr] riflette la convinzione di Jack che abitiamo tutti lo stesso pianeta e che respiriamo la stessa aria, quindi dipendiamo l’uno dall’altro per il nostro futuro». Lo stesso Jack Ma ha detto, durante un intro all’Economics Club di New York: «Il denaro che ho oggi è una responsabilità. Le persone mi hanno dato fiducia».
 
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Le origini di Alibaba. La storia di Alibaba e del Jack Ma che conosciamo oggi è iniziata alla fine degli anni Novanta durante un viaggio negli Stati Uniti. All’epoca il cinese insegnava inglese nelle scuole e aveva 35 anni. Qualche anno dopo avrebbe rievocato il momento che segnò la nascita del suo progetto, Alibababa, con queste parole: «Sedevo in un caffé di San Francisco, e mi venne in mente che il nome Alibaba suona bene. Domandai a una cameriera che passava di lì: “Sa qualcosa di Alibaba?”. Lei disse di sì. Domandai che cosa sapesse di Alibaba, e lei disse: “Alibabà e i quaranta ladroni”. “Ecco il nome!” pensai. Dopo andai per strada e cominciai a domandare in giro a 30 persone diverse se sapevano di Alibaba. Indiani, tedeschi, da Tokyo alla Cina, tutti conoscevano Alibabà. Alibabà aprì il sesamo. Alibabà è una persona buona, lesta negli affari e aiuta il suo villaggio. Così facile da pronunciare, e un nome internazionale. Alibaba apre il sesamo di piccole e medie compagnie. Abbiamo registrato pure Alimama, nel caso qualcuno volesse sposarci!».
 
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Il più grande bazar del mondo. Tornato in Cina, Jack Ma era risoluto a mettere in contatto i “quaranta ladroni”, alias le aziende del Paese, con il resto del mondo. Riuscì a convincere diciassette persone, quelli che sarebbero diventati i suoi soci, i quali accettarono di investire 60 mila dollari nell’impresa. Da allora, Alibaba è diventato il più grande mercato online per le aziende made in China e include Taobao (Ebay cinese), Aliplay (sistema di pagamento come Paypal), il sito di microblogging Weibo (il Twitter cinese) e Alibaba Pictures Group, che ha già investito più di 3 miliardi di dollari nel settore cinematografico. La società, che ha più di 632 milioni di utenti, è stata definita dall’Economist il «più grande bazar del mondo» e nel 2014 ha anche debuttato a Wall

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