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l miglior ristorante di Bologna? Macché tortellini, fa i toast

BOLOGNA Scordatevi i tortellini e la sfoglia tirata a mano, o le tagliatelle con un ragù di “cartella” di manzo: il miglior ristorante di Bologna è Breaking Toast in Via Irnerio 18/d in piena zona universitaria. O almeno questo è quello che dice TripAdvisor (al 5 settembre 2018). Nella supposta capitale mondiale del cibo, il turista che sbarca con l’obiettivo di averne conferma e si affida (come fanno in molti, dai) alle recensioni di TripAdvisor, trova in testa alla hit parade un piccolo locale sotto al grande porticato con una piccola saletta interna, il wi-fi libero e la possibilità di ricaricare il telefono. Qui si può scegliere tra un elenco di ottimi e abbondanti toast a prezzi compresi tra i 5 e i 7,50 euro. Per apprezzare l’autentica cucina emiliana pare non ci sia niente di meglio dell’appetitoso Pulp Fiction: toast ripieno di prosciutto crudo, funghi e mozzarella di bufala.

Per trovare un po’ di vera cucina espressa bolognese bisogna scendere al sesto posto, dove meritatamente siede la Trattoria di Via Serra. A precederla, fatta eccezione per la storica Salumeria Simoni che occupa una terza posizione con il suo locale in Via Pescherie Vecchie, troviamo (sotto la voce “Scopri la cucina di Bologna”…) un ristorante giapponese, una piadineria e una paninoteca. Scherzi dell’algoritmo: chi ha più recensioni positive sta lassù con buona pace degli altri.

Distinguere le recensioni affidabili dai gourmet improvvisati è ormai un’impresa. Ma a volte il buon senso aiuterebbe: un’occhiata al locale e alle vetrine fornirebbe subito un’occasione di fuga.
Di certo bisogna dedurre che la maggior parte dei contributi riguarda locali caratterizzati da una fascia di prezzo bassa e da una somministrazione mordi e fuggi: chiamarli “ristoranti” ci sembra una scelta decisamente coraggiosa, se non un equivoco. E lì che forse si potrebbe prestare maggiore attenzione: nella suddivisione per categorie (Breaking Toast domina la classifica “cucina locale italiana” oltre quella generale) e magari nel numero di recensioni minime necessarie per raggiungere i vertici.

La questione non riguarda certo solo Bologna: da un’occhiata alle classifiche delle altre città, da Roma a New York lo street food impazza e colonizza diverse prime posizioni della categoria ristoranti del noto portale.

“Se alla recensione si accompagnasse lo scontrino, già sarei più contento” confessa Davide Simoni, che nonostante sia assolutamente ben posizionato all’interno del portale, non espone nessun Certificato di Eccellenza, e non interagisce mai con la piattaforma.

Ma se lo strumento è risultato diverse volte inaffidabile – come nel caso di qualche mese fa del famoso “The Shed at Dulwich” di Londra, tanto noto quanto inesistente – questo dipende come sempre dall’uso e dall’abuso che si fa delle informazioni trovate in rete. E c’è da scommettere che il prossimo grande passo sarà l’invenzione di un meccanismo che sia nel contempo in grado di definire l’autorevolezza dei contributi senza incappare in nel rischio di distorsioni censorie.

Se poi uno è così distratto che cercando tortellini, tagliatelle o lasagne si ritrova a mangiare un bel toast, un po’ se lo merita anche: non è certo colpa del locale che, fin dal nome, non lascia spazio ad equivoci.

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