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Kim: "Cancelleremo gli Usa". Trump: "Non sa che rischia". Russia: "Rischio conflitto", e Tokyo schiera missili

Mogherini convoca Comitato sicurezza Ue per il 14 agosto. Il presidente Usa: “Spero che capiscano in pieno la gravità di quello che ho detto”. Il ministro della Difesa, Mattis: “Opzione militare c’è, ma sappiamo quanto sia catastrofica una guerra ai giorni nostri”

MANCANO meno di quattro giorni a quella sorta di ‘ultimatum’ che Pyongyang ha lanciato contro gli Stati Uniti, ipotizzando un’azione militare dimostrativa nei confronti della base americana di Guam, e i toni dello scontro tra Usa e Nord Corea si fanno sempre più aspri, nonostante i tentativi del ministro della Difesa statunitense, John Mattis, di ‘stemperare’ il livello del conflitto che oppone, nei fatti e direttamente, Donald Trump al leader nordcoreano. “Spero che capiscano in pieno la gravità di quello che ho detto. È molto semplice da capire”, ha ribadito Donald Trump.
In vista dello scadere dell’ultimatum, l’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha convocato un incontro straordinario del Comitato politico e di sicurezza per il 14 agosto, per discutere dei possibili prossimi passi, sulla situazione nella Corea del Nord. Si legge in una nota del Servizio europeo per l’azione esterna.
L’amministrazione Trump da parecchi mesi è impegnata dietro le quinte per tentare di avviare un canale di dialogo con la Corea del Nord. Dialogo per affrontare sia la questione dei prigionieri americani detenuti nel Paese sia quella  del deterioramento delle relazioni. Le fonti sottolineano anche come questo canale possa essere la base per una discussione più seria, anche sul programma nucleare nordcoreano.
Ma l’escalation di tensione preoccupa la Russia, che ha deciso di rafforzare i sistemi anti-aerei a Est. Il rischio di un conflitto militare è molto alto, ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov. Il botta e risposta di minacce non piace neanche ad Angela Merkel, che si è dichiarata contro una “soluzione militare” alla crisi: “Non vedo la possibilità di una soluzione militare a questo conflitto, ma piuttosto vedo che si deve lavorare in modo consistente, come abbiamo visto fare al consiglio di sicurezza dell’onu”, ha detto la cancelliera tedesca. “La Germania parteciperà molto intensamente alle opzioni che non siano di tipo militare, ma ritengo che l’escalation verbale sia una reazione sbagliata”, ha aggiunto Merkel in conferenza stampa.
Anche la Cina invita alla prudenza per “allentare le tensioni” nella regione: “Tutte le parti dovrebbero fare di più per allentare le tensioni e evitando di prendere iniziative sulla dimostrazione di forza”, ha commentato in una nota il portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang. La situazione, per la Cina, è “complessa e sensibile”.

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•MINACCE A DISTANZA
Poche ore dopo le nuove bordate di minacce del presidente Usa contro la Corea del Nord, l’agenzia ufficiale di Pyongyang, Kcna, risponde a tono alzando ulteriormente la tensione e dichiara che le forze nordcoreane “cancelleranno dalla faccia della terra senza alcuna pietà i provocatori (Trump, ndr) che fanno tentativi disperati di soffocare il Paese socialista” aggiungendo che “gli Usa soffriranno una vergognosa sconfitta e un destino tragico e definitivo se persisteranno nelle loro avventure militari, sanzioni e pressioni” contro il regime di Kim Jong-un.

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La guerra, per ora fatta solo di armi retoriche e verbali, con la corsa a chi la spara più grossa, vede da giorni la Corea del Nord rispondere puntualmente ad ogni minaccia di Trump che, poco dopo l’ultimo attacco proveniente dal regime di Kim Sung-un, ha replicato a tono. Ieri, nella notte Pyongyang aveva fatto sapere che per Ferragosto sarà pronta a colpire le acque tra 30 e 40 km dall’isola Usa di Guam, dove sorgono le basi navali e quella dei bombardieri strategici americani, dando una dimostrazione di forze agli Usa dopo che il presidente aveva minacciato di colpire con ‘fuoco e fiamme’ i nordcoreani proprio perché l’intelligence statunitense aveva confermato la disponibilità da parte della Corea del Nord di ordigni nucleari collocabili su missili a medio e lungo raggio.
Il ministro della Difesa, James Mattis, aveva dal canto suo avvertito che la sproporzione di forze avrebbe fatto rischiare a Kim Jong-un, in caso di attacco, di vedersi distruggere il Paese. Per poi aggiungere, però, che se l’opzione militare era ben presente sul tavolo della Casa Bianca, la prima scelta dell’America era comunque la via diplomatica. “Sappiamo bene quanto possa essere catastrofica una guerra ai giorni nostri”, ha detto Mattis.

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Ma oggi Trump ha rincarato la dose, e dopo la minaccia nordcoreana a Guam, si è chiesto: “Forse non è stata sufficientemente dura la mia minaccia di colpire con fuoco e fiamme Pyongyang se dovesse attaccarci”. Per essere ancora più chiaro il presidente Usa ha assicurato che “se la Corea del Nord dovesse anche solo immaginare di attaccare qualunque cosa che amiamo, nostri rappresentanti, i nostri alleati (riferimento a Giappone e Corea del Sud, ndr) o noi, allora vi dico che loro dovrebbero essere molto molto preoccupati, perché le cose che gli succederanno saranno tali che non le avranno mai neanche ritenute possibili”, ha intimato. E ha poi aggiunto: “Sarà meglio che la Corea del Nord inizi a mettere la testa a posto perché in caso contrario si troveranno nei guai così come non è mai successo neanche a poche nazioni nel mondo”, scrivendo ancora su Twitter: “Le misure militari sono ora state allestite in pieno e pronte a colpire, in caso la Corea del Nord agisse incautamente. Speriamo che Kim Jong Un trovi un’altra strada”.

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Il presidente Usa è stato sibillino sulla possibilità di un attacco preventivo Usa contro Pyongyang, ipotizzato da McMaster: “Non parliamo di questo. Non lo facciamo mai” ha detto. Ma poi ha ribadito, lasciandosi di fatto la porta aperta, “vedremo cosa accadrà”.
• RUSSIA E GIAPPONE RAFFORZANO SISTEMI ANTI-AEREI
E mentre la tensione tra i due Paesi sale, la Russia non resta a guardare e rafforza i sistemi anti-aerei dislocati nell’Estremo Oriente del Paese, ovvero nelle aree limitrofe alla Corea del Nord, considerando la misura anche “un deterrente per gli Usa”. Mossa seguita poche ore dopo dal Giappone, che sta schierando missili intercettori nella parte occidentale del Paese.

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