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I sindacati bocciano il decreto dignità: "Senza coraggio e vergognoso sui voucher"

No secco al ritorno ai buoni-lavoro. “Una vera schifezza”, per la Cgil. Ma anche critiche alle timidezze nel contrasto alla precarietà del lavoro. “Manca una vera svolta”, dicono Cgil, Cisl e Uil. Camusso: “Chiamiamolo dl Di Maio”

ROMA – Non c’è pace per il decreto dignità, appena licenziato dalle commissioni finanze e lavoro della Camera. E atteso per il voto di lunedì in Aula. I sindacati ne apprezzano le intenzioni: la stretta su delocalizzazioni, gioco d’azzardo, precarietà. Non i risultati. Ritenuti timidi, almeno sul fronte del lavoro. A riscaldare gli animi il ritorno, seppure circoscritto, dei voucher per turismo, agricoltura ed enti locali. “Una schifezza”, taglia corto la leader Cgil Susanna Camusso. Il sindacato rosso è pronto a una nuova mobilitazione, come nel 2016 quando le firme raccolte la portarono a un passo dal referendum abrogativo. Evitato in extremis dall’allora governo Gentiloni grazie al decreto legge di abolizione dei ticket.
“Non chiamiamolo decreto dignità, ma decreto Di Maio”, incalza Camusso. “La parola dignità è molto importante, bisognerebbe usarla con la giusta misura. La mia sensazione è che ormai il decreto non sia all’altezza di questo nome”.
Anche Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, non si entusiasma: “Avremmo preferito un po’ più di determinazione nella pur positiva stretta sui contratti a termine e soprattutto non avremmo voluto che si riallargassero le maglie per i voucher”.
Più articolata la critica di Luigi Sbarra, segretario generale aggiunto della Cisl: “Malissimo e vergognosi i nuovi voucher”. Ancora: “Una scelta sbagliata e poco coraggiosa, quella di spostare il tema degli incentivi sui contratti a tempo indeterminato alla legge di Stabilità. Era qui, nel decreto dignità, che andava garantita la svolta”. Insomma, giudizi molto severi. Accompagnati dall’auspicio che il testo “possa essere mgiliorato” nell’iter parlamentare. Difficile però se il governo deciderà di mettere la fiducia.

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