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Gli affari, gli sms e le telefonate  «Non me dì che non ti voglio bene» EX Direttore libero Giovanni Tagliapietra

NTERCETTAZIONI/IL PORTAVOCE DI MARRAZZO INVIA UN MESSAGGINO DOPO UN INCONTRO IN REGIONE

Gli affari, gli sms e le telefonate
«Non me dì che non ti voglio bene»

Gli imprenditori contro il loro legale dopo un sequestro: Calvi? Me scoccia

Giovanni Tagliapietra_news_online_frosinone_intercettazioneLavinia Di GianvitoROMA — Contatti politici e non solo. Tenuti soprattutto da Antonio Angelucci, «capo indiscusso » della Tosinvest, secondo il gip. È lui a svolgere «un’azione di pressing sulla Regione, a elevati livelli politici, per isolare l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia». Ed è sempre lui a organizzare l’azione «di contrasto » all’inchiesta.
Le pressioni 
È l’8 settembre 2007, padre e figlio sono furibondi dopo che i Nas hanno sequestrato le cartelle cliniche al San Raffaele di Velletri. Giampaolo accusa i carabinieri di aver minacciato i dipendenti.
Antonio: «Ma questo lo possiamo dire anche sul giornale, Paolo. E dire al comando generale: ma chi mandate in giro? Questo modo aguzzino da Gestapo da vecchio metodo a terrorizzare la gente…».
Giampaolo: «Il magistrato…». A.: «Cercando un’ipotesi di reato e chiedi al comando generale. Questo lo possiamo far fare a Vittorio. Capito? Siccome mo’, quando ha detto che c’è l’incontro con il maresciallo?» G.: «Ce l’hai in settimana, mi pare».
A.: «Allora martedì io vedo la Turco» G.: «Allora dillo anche a lei, perché dipendono anche da lei».
A.: «Vabbé, sarebbe opportuno che Claudio Ciccarelli dal sindacato me fa fare una nota o la fa lui».
G.: «Già fatta».
A.: «Dove mi dice appunto questi come hanno fatto, se sono intervenuti bloccando i servizi, bloccando i malati, tutti ‘sti c…
qua, minacciandoli che li mettono dentro se non parlano».
G.: «Stamo veramente in un Paese di m…».
A.: «Vabbé, ma fallo fa’ dar sindacato, capito? Co’ due testimoni, e dico ministro, ma nun po’ sentì un attimino questo. E poi voglio anda’ subito al comando generale oppure dal comandante del Nas e dirgli ma che succede? ».
L’11 settembre, i carabinieri annotano: «Antonio Angelucci dice alla moglie che sta andando dal ministro della Salute Livia Turco a cui farà vedere tutti i verbali che il personale ha scritto di come sono stati trattati dal Nas e gli dirà di chiamare il comando generale dell’Arma per farsi dire cosa sta succedendo». L’appuntamento era stato già concordato il 6 settembre, quando il ministro aveva telefonato all’imprenditore. Il 24 settembre «la segretaria passa Mauro Casanatta (presidente Aiop, l’associazione delle cliniche private) ad Antonio Angelucci, che dice di dire all’assessore Battaglia di fare la lettera, sostenendo che ad oggi non sono previste riduzioni. Angelucci più volte ribadisce che questa cosa l’ha richiesta anche il ministro Turco». Agli Angelucci interessa che non siano ridotti i posti letto del San Raffaele di Cassino, perché vogliono il riconoscimento della casa di cura come Istituto di ricerca scientifica.
La portavoce 
Il 21 luglio 2007 Serio Pasquantonio dice ad Antonio Vallone (ad della Tosinvest) che mercoledì avrebbe riunito tutti (forse un pranzo con Giovanni Zotta, direttore del ministero della Salute, ed Enrico Garaci, presidente del-l’Istituto superiore di sanità) e pure un amico comune ed ex fidanzato di Daniela Rosow (portavoce Tosinvest), ovvero il capo dell’ufficio legislativo del Mur che è un colonnello dei carabinieri (Paolo Narciso). Poi «Sergio domanda a Vallone se è stata Daniela a portare gli Angelucci dal ministro Mussi. Vallone dice di sì».
L’avvocato 
Dopo che il tribunale del riesame, il 17 ottobre, ha rigettato la richiesta di dissequestro di un immobile di Marino, Alessandro Angelucci si lamenta con il padre.
Alessandro: «…cioè si sono portate le carte a casa, ma che stamo a scherza’».
Tonino: «E li denunciate, cominciate a denuncia’ i magistrati». A.: «A me il giorno prima dai 1.700 pagine, ma non vi vergognate gli ho detto».
T.: «Calvi non chiacchierasse a voto, lui è l’avvocato, nun è capace, lasciasse l’incarico. Perché Calvi a me scoccia».
Gli incontri 
Il 6 settembre 2007 Antonio Angelucci chiama la segretaria e dice che alle 14 è a colazione con Del Turco (non si sa se sia Ottaviano). Il 26 l’imprenditore parla con un collaboratore di un pranzo tra Giuseppe Ciarrapico e un certo Ugo, soprannominato «Il secco»: si ritiene che sia Sposetti, il tesoriere del Pd. Angelucci, riferendo le parole di Sposetti, racconta: «Io me faccio… io so’ ‘na mignotta, me faccio incantà da lui?». Il 1˚ ottobre, l’imprenditore riceve la visita del senatore Domenico Gramazio. E più volte è citato nell’ordinanza l’ex senatore del Pd Giorgio Pasetto: Casanatta quel giorno risponde ad Antonio Angelucci che Pasetto «quella cosa l’altro giorno lui l’ha fatta». Ma al re delle cliniche interessa anche la cultura: il 23 luglio 2007 Giampaolo domanda al padre se ha parlato con Gigi Proietti». L’altro «dice che è tutto a posto e Maurizio (Costanzo) gli ha ridato la gestione della cosa» (il teatro Brancaccio).
Il messaggio 
Il 17 settembre 2007 Antonio Angelucci racconta a Casanatta dell’incontro con il presidente del Lazio Piero Marrazzo, che rassicura l’imprenditore, il quale punta a isolare l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia. Casanatta spiega di aver ricevuto un sms da Nicola Zamperini, portavoce di Marrazzo. Il testo: «Poi non me dì che non ti voglio bene». Il 1˚ ottobre Casanatta riferisce ad Angelucci «che in merito alla riabilitazione, in relazione alla campagna stampa sui giornali non ha visto nulla di concreto. A richiesta riferisce che la campagna stampa è partita oggi sul Messaggero
e afferma che ne parlerà anche con Zamperini. Casanatta afferma che i Ds sono inc… a morte e dicono che Mario Di Carlo non farà più l’assessore alla Sanità e per loro al momento rimane Battaglia. Casanatta afferma di aver parlato con Lionello Cosentino, Giorgio Pasetto, Di Carlo… ».
I giornali 
Sono in corso le trattative per l’acquisto dell’Unità. Il 15 novembre 2007 Giampaolo telefona al padre dopo aver letto un lancio dell’Ansa: «Il comunicato dice che allora siccome non si fidano, questa è la sintesi, dobbiamo fare un comitato di saggi che dovrà vigilare». La discussione prosegue a lungo, con Giampaolo perplesso e Antonio sicuro di poter comunque decidere la linea del quotidiano attraverso il direttore che sceglierà. A quel punto il figlio gli obietta: «Qui non è Libero che c’hai Vittorio Feltri che li tiene in braccio e li caccia via». Il riferimento è ai giornalisti: secondo il gip, il re delle cliniche è solito fare pressioni sui propri quotidiani. Il 2 novembre 2007 chiede conto a Giovanni Tagliapietra, vicedirettore di Libero, di un articolo contro Battaglia.
A.: «Ha letto ieri l’articolo che ha fatto la … su Augusto Battaglia?»
T.: «Eh, ho visto, ho visto».
A.: «Com’è, come mai ‘sta signora ha fatto ‘st’attacco così viscerale?».
T.: «Non c’è nessun motivo particolare, penso, è così. Son quelle cose che capitano senza una logica secondo me».
A.: «E vabbé, chiamiamola. No, digli che io avrei piacere di sentire, diciamo così, spiegazioni in ordine all’attacco che ha fatto, se c’è un ordine, qualcuno gli ha detto qualcosa o quant’altro. O sta a fa’ la marchetta a qualcuno, tanto pe esse chiari».

06 febbraio 2009

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