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Genova: scontro Di Maio-Toti sulla ricostruzione. Il governo: no Autostrade. Guardia di Finanza: 13 nomi alla Procura

GENOVA – Prime risposte per gli sfollati di Genova che hanno protestato. La Regione Liguria e il comune di Genova hanno chiesto una legge speciale per Genova che snellisca le procedure per l’affidamento dei lavori di progettazione e di esecuzione delle opere per ricostruire ponte Morandi, verificando se ci sono le condizioni per prevedere, per il periodo dell’emergenza, la sospensione del pagamento di mutui, tributi, contributi e premi. «Stiamo mettendo a punto un decreto urgente che, oltre al problema di tante persone abbandonate in Italia come i terremotati di Ischia e del Centro Italia, affronti anche il tema di Genova e soprattutto di coloro che sono sfollati e hanno diritto ad una casa», annuncia da Napoli il vice premier Luigi Di Maio. «Quindi – aggiunge – è una questione di settimane, ma forse di alcuni giorni e metteremo fuori questo decreto». Sulla stessa lunghezza d’onda il ministro dei trasporti Danilo Toninelli, che annuncia: «Autostrade non ricostruirà il Ponte, il Governo metterà in campo forme di aiuto in ordine alle rate dei mutui che molte famiglie sono costrette a pagare su immobili che non possono più abitare».

CAMERA – E l’Aula della Camera  approva la risoluzione presentata da M5S e Lega sulle comunicazioni del governo relative al crollo del ponte Morandi. Il testo di maggioranza passa con una votazione per parti separate. Le premesse sono approvate con 298 voti a favore, 224 contrari, 1 astenuto. Il dispositivo viene approvato con 296 sì, 129 no e 98 astenuti. Tutti bocciati dall’Assemblea di Montecitorio, invece, gli altri testi in votazione.

SCONTRO – «Non si può lasciare la gente in Italia in balia delle elemosine di Autostrade», ha detto il vicepremier da Napoli suscitando le ire del governatore della Liguria Toti. «Caro Luigi Di Maio, ma a Genova ci sei pure venuto, come fai a dire queste cose? Le famiglie che hanno dovuto abbandonare le loro case stanno tutte avendo un alloggio pubblico. E a tempo di record, grazie a Comune e Regione. I soldi che ricevono sono quelli decisi dal Governo, quindi da Di Maio stesso. Se pensa che siano pochi li aumenti subito, noi siamo più che d’accordo». E ancora: «Ad oggi gli sfollati del ponte Morandi sono in balia dell’elemosina di Di Maio, prendono i soldi della Protezione civile stabiliti dalle leggi nazionali, se Di Maio, che è al Governo, pensa che i piani di autonoma sistemazione siano sotto dimensionati, sono d’accordo con lui, ne parli con i colleghi di Governo e cambi la legge.  E’ un dibattito che Di Maio dovrebbe fare prima con se stesso, con il Governo. Un tweet per la stampa non modificherà la sorte di quelle povere persone».

PERICOLOSITA’ – La Guardia di Finanza ha consegnato alla Procura un elenco di persone che potrebbero avere avuto responsabilità per il crollo di ponte Morandi a Genova avvenuto il 14 agosto che ha provocato 43 morti. Sono 13 i nomi di coloro che si sono occupati del progetto di ristrutturazione del viadotto dal 2015, ma potrebbero diventare 25 se i magistrati decidessero di andare indietro nel tempo. Lo scrivono vari quotidiani. Intanto i periti dei pm hanno consegnato una prima relazione sulle probabili cause del crollo attribuendole a un cedimento strutturale all’antenna del pilone 9, il punto in cui i tiranti si congiungono all’estremità del sostegno. E studiando i carteggi tra le varie diramazioni del ministero delle Infrastrutture, gli investigatori hanno individuato come almeno in un’occasione i dirigenti del Mit avessero palesato la certezza che sul restyling del Morandi i tempi si stessero dilatando oltremisura.

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