Fiorenzo Fraioli: La trappola del giro d'Italia
- IL 2022, UN ANNO DECISIVO. Sarà l’anno fatidico per l’Unione Europea. La Le Pen, dopo aver perso nel 2017, vincerà le presidenziali e, perciò, cominceranno le trattative per la REVISIONE dei Trattati. Lega nord, FN e altri partiti simili dimostreranno di NON ESSERE RIVOLUZIONARI, bensì REVISIONISTI e CERCHERANNO DI SALVARE l’Unione europea, eliminando l’euro ma introducendo un serpente monetario con vincoli di bilancio e lasciando altri vincoli di Maastricht. Allora verrà il tempo dei sovranisti, che sono altra cosa rispetto ai revisionisti.
- IL MIO NO AI COMITATI PER IL NO. Gruppetti di presuntuosi professorini e vecchi professori (non professoroni), europeisti e colpevoli, nonché cerchie di indisciplinati militanti, che hanno lasciato i loro partiti di provenienza per incapacità o per contestazioni tattiche ma non per le idee europeiste, tenteranno di avviare la costituzione di un partito politico, senza avere nessuna delle capacità necessarie per riuscire nell’intento (più o meno le stesse persone hanno già tentato con ALBA). I morti partitini, presenti nei comitati, si opporranno tramite i loro militanti. I due gruppi litigheranno per un po’ e poi tutto si dissolverà. Il vero no era “IL NOSTRO NO”, non quello dei Comitati, dove si incontravano anche persone secondo le quali la Costituzione avrebbe avuto bisogno di “altre e diverse modifiche”. Non ci credete? Volete provare? Nutrite l’ennesima “speranza”? Vi rifiutate di prendere atto che vostro padre, vostro fratello, vostra moglie, il vecchio compagno di militanza, siccome europeisti o pseudo-tiepido-critici con l’Unione europea, sono vostri avversari politici? Bene, sprecate altro tempo (dopo quello dedicato aTsipras Varoufakis, Ingroia, e M5S) ma almeno promettete, a voi stessi e in pubblico, che sarà l’ultimo errore. La prossima volta soltanto con i sovranisti radicali e veri.Ai più svegli tra i lettori, però, dico: aderite al FSI e lasciate stare i comitati per il NO!
- Ora tutti a parlare di PROTEZIONISMO. Anche su questo tema siamo arrivati 5 anni prima dei secondi
- La prima grande vittoria dei sovranisti (14.11.2014). “Tutti saranno, in qualche modo, sovranisti, come tutti sono stati, in qualche modo, europeisti. Danzeremo nella danza dei sovranisti. Questa, per noi, è già un’immensa vittoria: da marziani o estranei ai presupposti di fondo del sistema, che eravamo, a piccolo gruppo, con capacità di crescita, che ormai gioca in casa la partita che voleva giocare, col pallone che voleva calciare. Il campo – il sovranismo – lo abbiamo definito noi”.
- Fronte Sovranista Italiano contro Polo sovranista: ci vorrà un po’ di tempo ma ce li mangeremo a colazione (poi però vomiteremo).
Sia ben chiaro, il buon D’Andrea non scrive solo cose come queste, anzi! Spesso propone riflessioni molto interessanti. Purtroppo scrive anche queste cose! Dalle quali emerge, a mio avviso con cristallina evidenza, una voglia (ma una voglia!) incontenibile di primeggiare nel campo anti UE sulla base del fatto di aver affermato per primo idee e concetti che, finalmente e per fortuna, cominciano ad essere condivisi da un numero crescente di cittadini. Il minimo che si possa dire di ciò è che questo è provincialismo intellettuale. Fosse solo questo il problema potremmo perdonarglielo, ma il guaio è che il D’Andrea si è posto a capo di un movimento politico, di cui è Presidente dall’atto della sua nascita, senza che in questo siano mai state stabilite regole interne di rappresentanza e democrazia che non siano la rielezione plebiscitaria, e per alzata di mano, del Capo, pardon del Presidente, in occasione della rituale assemblea annuale.
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