Fantauzzi: «Volevo gambizzare Bevilacqua, non ucciderlo»

«Volevo solo gambizzare Bevilacqua e l’altra persona che era con lui, ma purtroppo è partito un colpo ed è successo quello che è successo. L’offesa non era partita da Antonio, ma dalla persona che si trovava con lui nel locale, e non era rivolta a me, ma alla persona che si trovava insieme a me al momento dell’omicidio». Così Massimo Fantauzzi, secondo quanto riferito dal suo legale, Pasquale Provenzano, nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip indicato per rogatoria.
Fantauzzi è in isolamento in un carcere fuori regione. È reo confesso dell’omicidio di Antonio Bevilacqua, 21enne di origine rom, ucciso con un colpo di fucile al volto, nella notte tra 15 e 16 settembre, all’interno di un pub di Montesilvano ( Pescara). Nel precisare che l’interrogatorio è durato una decina di minuti, l’avvocato ha detto che il suo assistito «ha mostrato l’assoluta volontà di collaborare e ha chiesto di poter parlare al più presto con il pm della Procura di Pescara, Paolo Pompa, per chiarire ulteriori dettagli». Sempre il legale, ha aggiunto che Fantauzzi è apparso «molto provato» e che al giudice ha detto che l’unica persona che si trovava con lui nei momenti che hanno preceduto l’omicidio è stato l’amico presente al momento del litigio, quello cui – secondo quanto riferito sempre da Fantauzzi nell’interrogatorio e riportato dall’avvocato – era indirizzato l’epiteto «infame» e che dopo – sempre secondo il racconto – è uscito con lui dal locale, l’ha accompagnato a casa (dove Fantauzzi ha preso l’arma) per poi riuscire insieme e raggiungere di nuovo il locale, ma separatamente: Fantauzzi in moto, l’altro a bordo di un’auto. Solo Fantauzzi è rientrato nel locale ed ha sparato e, secondo quanto detto al giudice, il piano iniziale di una duplice gambizzazione si sarebbe
trasformato in un omicidio per un colpo accidentale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Torna in alto