Tragedia familiare a Como: un uomo di nazionalità marocchina di 49 anni avrebbe volontariamente appiccato il fuoco all’abitazione in cui viveva con quattro bimbe di età compresa tra i 3 e i 12 anni. Poi si sarebbe ucciso. Per le ustioni e le intossicazioni riportate nel rogo, tre delle quattro bambine sono morte successivamente in ospedale, mentre la quarta, di 5 anni, resta in gravissime condizioni. La piccola era stata trasportata in un primo momento all’ospedale di Cantù (Como) e poi trasferita in ambulanza all’ospedale Buzzi di Milano. Le sue due sorelline, invece sono morte all’ospedale Sant’Anna di Como, mentre il fratellino al Valduce di Como.
Si è salvata la moglie del marocchino, una donna di cui non è ancora stata resa nota l’età. Si sa solo che la donna ultimamente era stata ricoverata in una struttura di Como per problemi psichiatrici. Da tempo la famiglia era seguita a Como dai servizi sociali. Inspiegabili al momento le ragioni del gesto.
Il 118 e i Vigili del fuoco, intervenuti nell’abitazione all’ultimo piano di una palazzina di San Fermo della Battaglia, avrebbero trovato l’appartamento invaso dal fumo, e masserizie accatastate all’ingresso. Le bambine, soccorse immediatamente, sono state portate in tre ospedali diversi: due all’ospedale Sant’Anna di Como, una al Valduce di Como, la quarta all’ospedale di Cantù.
Tutte le persone coinvolte sono rimaste intossicate da cianuri. Il servizio Farmaceutico dell’Asst Lariana ha reso disponibili dosi di antidoto CianoKit.
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Como, incendio in una casa: 3 bimbi gravissimi, morto il papà «Non era in condizioni di dire qualcosa ma solo di piangere»: così il sindaco di Como, Mario Landriscina, ha descritto all’Ansa la mamma dei tre bambini morti. Landriscina ha visto la donna, assistita da psichiatri e psicologi dell’ospedale Sant’Anna, nella camera ardente dell’ospedale dove si trovano i corpi di due dei suoi bambini. «È stata una tragedia e siamo particolarmente vicini alla mamma, che continueremo a seguire attraverso i nostri servizi garantendole tutto il sostegno necessario», afferma Landriscina. Il sindaco di Como, questa mattina, insieme all’assessore ai Servizi sociali, Alessandra Locatelli, ha fatto una serie di sopralluoghi. Entrambi si sono recati in ospedale per esprimere vicinanza alla madre, che non viveva nella stessa casa. Tutto il nucleo familiare era seguito dai Servizi sociali del Comune di Como. «L’amministrazione – dice ancora il sindaco – è vicina agli operatori del servizio di tutela dei minori che con dedizione e professionalità ogni giorno seguono nuclei fragili e casi difficili e che oggi si trovano a condividere questo immenso dolore».