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CHIETI – Le ragazze non si prostituivano: assolti i gestori del night club

L’accusa era pesante: associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, ma anche favoreggiamento, sfruttamento della prostituzione e, in un caso, anche tentata concussione. Sei anni di carcere la condanna chiesta per tutti. Il Tribunale di Vasto, presidente Italo Radoccia, a latere Fabrizio Pasquale e Michelina Iannetta, ha detto invece ieri che no, per i sette imputati del processo “Diamante”, dal nome del night club tra San Salvo e Vasto finito nel 2004 nel mirino della magistratura, i guai con la giustizia finiscono qui. Non solo la prescrizione per l’associazione a delinquere e lo sfruttamento della prostituzione, ma anche l’assoluzione per l’immigrazione clandestina e la concussione tentata, quest’ultima contestata a uno degli imputati per un’altra storia.

Tredici anni dopo arriva la sentenza di primo grado della corte: tirano un sospiro di sollievo Auro Chinni, 56 anni, di San Salvo, all’epoca dei fatti titolare del night club, Agostino Di Chinno, 59 anni, di Lucera, barista del locale, Michele Fabrizio, 50 anni, di San Salvo, braccio destro del titolare, Pietro Di Fortunato, 55 anni, di Portocannone, Adrian Dorel Moreanu e Gabriel Radoi, rispettivamente 59 e 60 anni, entrambi di Bucarest e Angiolino Fanale, 59 anni, ex sottufficiale dei Carabinieri, di Montenero di Bisaccia. Era lui ad essere finito alla sbarra anche per una tentata concussione da 5 milioni di lire per una vicenda risalente al 2000, accorpata al processo terminato ieri.
Era l’8 dicembre 2004 quando scattò il blitz della Polizia di Stato di Chieti, dopo intercettazioni ambientali e indagini meticolose. La procura di Vasto ottenne dal Gip sette arresti che fecero scalpore: tutti a caccia dei clienti delle avvenenti romene che, entrate in Italia con visto turistico, lavoravano nel locale notturno come intrattenitrici: 30 euro per 20 minuti di amabile conversazione al tavolo, che, secondo l’accusa, salivano a 200 per appartarsi e fare sesso. Soddisfatti i legali degli imputati, Filippo Di Risio, Clementina De Virgiliis, Marisa Berarducci, Fiorenzo Cieri, Sandro D’Aloisio e Vincenzo Margiotta, che, entro 90 giorni, potranno leggere le motivazioni della sentenza. Il Pm, Gabriella De Lucia, che aveva aderito alla prescrizione e all’assoluzione per tre dei reati, chiedeva per tutti la multa di 620 mila euro, così come la condanna, per l’immigrazione clandestina.

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