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Catalogna, raid della Guardia Civile spagnola, 12 arresti. Proteste in strada

Cresce la tensione in vista del referendum del 1 ottobre, ritenuto illegale da Madrid. Tra gli arrestati anche il segretario generale dell’economia del governo catalano. La Generalitat: “Perquisizioni negli uffici dell’esecutivo”. La sindaca di Barcellona Ada Colau: “Situazione scandalosa”

BARCELLONA – Questa mattina è stato arrestato Josep Maria Jové, braccio destro del vice pesidente catalano e sono in corso delle perquisizioni da parte della Guardia Civile nazionale negli uffici del governo di Barcellona. A riferirlo è un portavoce della Generalitat: “La polizia militare è entrata nei dipartimenti affari economici, esteri e della presidenza dell’esecutivo regionale”. La Guardia Civile si è anche introdotta nel Centro Telecomunicazioni regionale.
Davanti alla Generalitat si sono radunati decine di manifestanti per protestare contro l’azione dei militari.
Questa è solo l’ultima delle azioni intraprese da Madrid per impedire il referendum d’indipendenza previsto per il 1 ottobre. Nei giorni scorsi il presidente catalano Carles Puigdemont aveva firmato il decreto per convocare la consultazione popolare. Su richiesta del governo spagnolo, la Corte costituzionale ne aveva sospeso l’efficacia: Madrid considera illegale il referendum, e ha fatto capire che non terrà conto dell’esito.
Circa 700 sindaci catalani su 948 hanno accolto positivamente la decisione della Generalitat, promettendo di garantire l’apertura dei seggi e il regolare svolgimento delle votazioni. La Procura di Stato nazionale ha aperto un fascicolo nei loro confronti, mentre Madrid ha dato un ultimatum finanziario alla comunità regionale.

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