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Arresti per pedofilia, sequestri anche in Abruzzo Indagini della polizia postale di Trento: 10 in manette, 47 indagati. Video e foto illeciti prodotti nella nostra regione

PESCARA- Toccano anche l’Abruzzo le indagini che hanno portato la polizia postale di Bolzano a smantellare una rete di pedofili su una piattaforma di voip criptato. Gli agenti hanno fatto 10 arresti, eseguito 47 perquisizioni e sequestrato ingente materiale informatico prodotto mediante lo sfruttamento sessuale di minori. Secondo quanto emerso, parte di questo materiale sarebbe stato prodotto anche in Abruzzo, dove sono stati effettuati alcuni controlli in casa di indagati. Le indagini hanno preso il via dall’arresto di un 38enne altoatesino, avvenuto il 1 febbraio 2016, trovato in possesso di ingente materiale digitale (foto/video) contenente esibizioni pornografiche di minorenni, materiale che l’arrestato diceva di aver scaricato da internet, e quindi ceduto da soggetti dei quali non era in grado di indicare elenti utili all’identificazione. Le sue dichiarazioni hanno però insospettito gli investigatori della polizia delle Comunicazioni i quali hanno individuato, tra le prove digitali del computer sequestrato, un intenso utilizzo dell’applicazione Voip ed una rubrica composta da un centinaio di contatti dislocati su tutto il territorio nazionale. Ulteriori dettagli saranno forniti nel corso della conferenza stampa che si terrà alle ore 10.30, presso il compartimento polizia postale e delle comunicazione di Trento.Gli investigatori sono riusciti, attraverso l’utilizzo di particolari software, a ricostruire moltissime conversazioni dalle quali emergeva la morbosità degli interlocutori nei confronti di pratiche sessuali con minorenni. L’uomo é risultato essere il fulcro di una rete con oltre un centinaio di contatti con i quali lo stesso, a volte presentandosi come madre di una bambina minorenne, affermava essere attratto sessualmente da bambini e offrendo ai suoi interlocutori, materiale pedopornografico. Gli investigatori riescono a tirare le fila su ben 48 persone coinvolte le cui attività di produzione e condivisione di materiale illecito prendono il via in Trentino Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia, Campania, Sicilia e Sardegna.

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