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Salvini tiene il punto: niente larghe intese, c’è solo il voto

(AGI) – Roma, 2 feb. – Matteo Salvini non cede ai ‘richiami’ di chi vorrebbe una Lega maggiormente dialogante sull’ipotesi di un governo di unità nazionale. Archiviate le, seppur timide aperture, mostrate la settimana scorsa, il segretario leghista chiude la porta a ogni piano B che sia diverso dalla richiesta di voto politico anticipato. E conferma, per ora, di aver intrapreso la strada del ‘no’ all’esecutivo di ‘salvezza nazionale’, come vorrebbero gli alleati di Forza Italia e i centristi (ma non Fratelli d’Italia), anche se non smentisce le indiscrezioni riguardo a contatti con Italia viva.

Sono ore concitate di contatti tra tutte le forze politiche, ma il capo della Lega sembra davvero tenere il punto. “Se non trovano l’accordo” all’interno della maggioranza uscente, “la soluzione più efficace è quella di ridare la parola agli italiani: qualunque governo venga fuori dagli accordi sotto banco di palazzo non è la soluzione per questo Paese. Mi sembra più serio restituire la parola agli italiani” che un governo di larghe intese, scandisce.

“Io spero che entro sera si arrivi a una soluzione. O trovano un accordo Conte, Di Maio e Zingaretti, o entro aprile, in totale sicurezza, 60 milioni di italiani potrebbero scegliere il loro governo. O c’è una riedizione del governo Conte oppure la parola torna agli italiani. non vedo altre strade”.

“Se non vanno d’accordo in quattro, pensate in otto. Trovo surreale la proposta di governo dei migliori, sostenuto dai peggiori” in Parlamento, aggiunge. “Draghi è stimabile, il problema è chi lo sostiene e per fare cosa – si spinge a dire -. Draghi sostenuto dalla sinistra per fare la patrimoniale sulle case e i conti correnti? No, grazie”.

Convinto che i giochi siano tutti nel campo della maggioranza, quindi, il capo della Lega si ‘sfila’ anche se continua a giocare la sua partita. Ed è così che a metà pomeriggio arriva l’annuncio che Emilio Carelli, ex anchorman del Tg5, uno degli uomini simbolo del M5s guidato da Luigi Di Maio, lascia i 5 stelle per aderire al gruppo Misto alla Camera.

Carelli si propone come “aggregatore di una nuova componente ‘Centro-Popolari Italiani’, che potrebbe diventare una casa accogliente per tutti i colleghi che intendono lasciare il Movimento ma temono di restare isolati, ma anche per chi proviene da altri gruppi”.

Un deputato e un senatore – comunque “piccoli numeri” allo stato, spiegano dalla Lega – dovrebbero seguire l’esempio di Carelli, andando a infoltire le truppe del centrodestra in Parlamento. Non si tratterà di una operazione rilevante a livello di numeri, ma comunque di una mossa con cui il segretario leghista intende destabilizzare la tenuta della maggioranza.

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