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Serbia-Svizzera 1-2: in gol i due 'kosovari' Xhaka-Shaqiri. E la loro esultanza irrita Belgrado

Shaqiri realizza la rete della vittoria svizzera (reuters)
Mitrovic illude i suoi dopo 5′, nella ripresa la rimonta svizzera completata al 90′ dall’ex interista, il migliore in campo, che fa festa sfidando i serbi con l’aquila albanese in memoria della guerra. Elvetici a un passo dagli ottavi. Ai ragazzi di Petkovic basterà un successo contro la Costa Rica (già eliminata) per passare il turno, Milinkovic e compagni dovranno invece battere il Brasile
KALININGRAD – La Svizzera è ad un passo dagli ottavi di finale. Merito della vittoria, tutta cuore e orgoglio, in rimonta 2-1 sulla Serbia. Ma la vittoria ha uno strascico “politico”, per l’esultanza dei due goleador elvetici, entrambi di origine kosovara, per la quale si è irritata Belgrado, che contesta anche l’arbitraggio ritenuto scorretto del tedesco Felix Brych.
A passare in vantaggio, dopo appena 5′, la nazionale di Krstajic grazie a Mitrovic, nella ripresa le reti di Xhaka e Shaqiri a ribaltare tutto. Agli elvetici basterà ora superare la Costa Rica (già eliminata) per accedere agli ottavi. I serbi invece, che recriminano per un rigore abbastanza evidente non concesso a Mitrovic alla metà del secondo tempo sull’1-1, non hanno alternative: devono compiere un’impresa e battere il Brasile.
LA “RIVINCITA” DEI KOSOVARI – Un duro colpo per i serbi, sui quali per un curioso incastro del destino, hanno messo la firma due dei giocatori che più degli altri avevano stimoli per accanirsi contro i rivali. Xhaka e Shaqiri, infatti (come pure Behrami), sono nati nel Kosovo e poi fuggiti con le loro famiglie in Svizzera ai tempi della guerra nella ex Jugoslavia e delle persecuzioni serbe contro l’etnia albanese. E dopo i gol i due giocatori hanno esultato mimando l’aquila, simbolo proprio dell’Albania. “La mia esultanza dopo il gol al 90′? Preferirei non parlarne, diciamo che ero molto emozionato dopo aver segnato” ha glissato Shaqiri a fine gara. E l’allenatore Petkovic ha provato ad archiviare la questione: “E’ chiaro che nel momento del gol un calciatore sente emozioni particolari. Però credo che tutti noi dobbiamo lasciare fuori la politica dal calcio”. Ma il capitano svizzero Stefan Lichsteiner, ai microfoni di Mediaset, è più esplicito: “C’è stata una guerra durissima per molti genitori dei nostri giocatori, c’erano pressioni e provocazioni, quindi per me Xhaka e Shaqiri hanno fatto bene”.
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