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Un'altra attrice italiana accusa Weinstein. Tarantino: "Sapevo, ma non ho fatto nulla"

Il regista riferisce due episodi che gli erano stati riferiti dalle dirette interessate: una era la sua fidanzata Mira Sorvino. E Veronesi: “Asia me lo raccontò, avrei dovuto denunciare”. Si allunga l’elenco delle vittime delle molestie: c’è anche l’attrice premio Oscar Lupita Nyong’o
ra le vittime di Harvey Weinstein ci sarebbe un’altra attrice italiana. Lo ha anticipato il Los Angeles Times, secondo il quale si tratta di un’attrice di 38 anni della quale non viene reso noto il nome. L’avvocato David M. Ring, che assiste l’attrice, ha confermato alla stampa di aver depositato una denuncia per stupro riferita a fatti avvenuti durante il soggiorno dell’attrice in occasione dell’Italian film festival di Los Angeles del 2013. Il legale non ha riferito l’identità della sua assistita, spiegando il riserbo con la necessità di tutelarla poiché la violenza subìta ha avuto “un impatto mostruoso sulla sua esistenza” e l’aveva “terrorizzata”. Secondo la denuncia, Harvey Weinstein – che l’attrice aveva incontrato a quel festival per la prima volta – sarebbe entrato nella stanza dell’hotel dove lei alloggiava e l’avrebbe violentata.
Il fascicolo del caso molestie sessuali a carico di Harvey Weinstein si arricchisce dunque sul fronte delle denunce, ma anche su quello dei ‘pentimenti’. Quentin Tarantino, il regista più legato al produttore, ha confessato di aver saputo da decenni delle accuse contro il suo ‘benefattorè – Weinstein produsse i suoi successi Le Iene, Pulp Fiction, i due Kill Bill, Inglourious Bastards ed anche il più recente The Hateful Height – ed ora si vergogna di non aver fatto nulla, neanche di aver smesso di lavorare per lui. Tarantino ha dichiarato di aver cercato di contattare l’amico più volte da quando il 5 ottobre lo scandalo scoppiò dopo lo scoop del New York Times. Ma Weinstein non gli ha mai risposto. E anche il regista italiano Giovanni Veronesi racconta tramite Twitter che Asia Argento si era confidata con lui all’epoca. “A me lo disse vent’anni fa ma era piccola e aveva paura. E io non sapevo che fare. Mi sembrava una cosa troppo lontana da me. Ma avrei dovuto denunciare io”. E sulla posizione da adottare oggi il regista di Manuale d’amore non ha dubbi: “AsiaArgento va difesa e basta. Non c’è nessun dibattito. Nessun dubbio”.
Tarantino invece riferisce: “Sapevo abbastanza da fare di più di ciò che ho fatto. Non erano cose riferite. Sapevo di almeno un paio di questi episodi direttamente. Avrei voluto prendermi la responsabilità di quanto avevo saputo e se lo avessi fatto avrei dovuto smettere di lavorare con lui”, ha dichiarato il regista. Tra l’altro una delle donne molestate da Weinstein fu Mira Sorvino con cui il regista era stato fidanzato al tempo delle avances sessuali del produttore: per lei la carriera fu stroncata proprio dopo il rifiuto opposto alle richieste di Weinstein.

Nel 1995 – tre anni dopo l’uscita delle Iene, prodotto da Weinstein – quando Tarantino usciva con Mira Sorvino, lei gli raccontò che il produttore l’aveva massaggiata contro la sua volonta e le diede la caccia nella sua stanza d’hotel. “Ero scioccato e sconvolto. Non potevo crederci ma pensavo che all’epoca Weinstein fosse particolarmente preso, infatuato da Mira”. A differenza di altre attrici, le molestie a Mira Solvino si interruppero proprio perché l’attrice si era fidanzata con il regista. Ma, scrive il New York Times, Tarantino ammette che nel corso degli anni aveva saputo di prima mano da altre attrici di altri episodi di molestie. Successe anche ad una sua amica e lui ne chiese conto a Weinstein, che offrì alla donna “scuse deboli”. Lo stesso regista sapeva che Rose McGowan aveva raggiunto un’intesa per un episodio di molestie sempre in un hotel, anche se recentemente McGowan ha poi accusato Weinstein di stupro.
Intanto sul fronte dell’inchiesta penale, si aggrava la posizione dell’ormai ex re Mida di Hollywood: dopo la polizia di New York e quella di Londra, anche quella di Los Angeles ha aperto un’inchiesta sulle accuse di molestie sessuali. E si allunga la lista delle attrici che sono state molestate: a uscire allo scoperto è ora Lupita Nyong’o, vincitrice del premio oscar nel 2013 per 12 anni schiavo. In un editoriale sul New York Times, racconta di aver ricevuto avance indesiderate dal produttore in alcune occasioni ma di averlo rifiutato, nonostante un massaggio concesso a Weinstein per guadagnare tempo e districarsi da una situazione difficile. “Ora che ne stiamo parlando, facciamo in modo che non ci sia più silenzio su cose del genere”, “facciamo sì che questo tipo di comportamento non meriti una seconda chance. Io parlo per contribuire alla fine della cospirazione del silenzio”.
 

Anche l’Onu scende in campo intanto contro Harvey Weinstein. Phumzile Mlambo-Ngcuka, sottosegretario generale delle Nazioni Unite e direttrice esecutiva di UN Women, ha osservato che il movimento #MeToo, nato in seguito alle accuse di decine di donne contro il potente ex produttore di Miramax, nasce “dalle sofferenze e dalla rabbia” di oltre un milione di donne che si sono espresse sui social usando l’hashtag che significa “anch’io”. “L’indifferenza casuale contro le molestie sessuali è inaccettabile”, ha detto la capo dell’agenzia dell’Onu per i diritti delle donne. “Quel che adesso vediamo, mentre le donne costruiscono e rafforzano i racconti reciproci, e mentre anche uomini si uniscono a loro riconoscendo il loro ruolo, è la conferma dell’importanza di alzare la voce”. L’hashtag #MeToo è nato con una attivista di New York, Tarana Burke, ma è diventato popolare quando lo ha rilanciato l’attrice Alyssa Milano.

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