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PALERMO – Siracusa, chiuse le indagini sulle firme false: il sindaco pd verso la richiesta di rinvio a giudizio

VEROLI ARNALDO ZEPPEPIERI.jpgLa maxi-inchiesta della procura riguarda le sottoscrizioni a sostegno della candidatura di Garozzo e di ben 14 liste di ogni schieramento: 180 cittadini hanno disconosciuto la propria firma. Il primo cittadino accusato di falso ideologico continuato. Indagati anche due consiglieri comunali e l’ex presidente della Provincia
na bufera che si abbatte su Siracusa alla vigilia delle presentazione delle liste per le Regionali. La procura retta da Francesco Paolo Giordano ha fatto notificare in queste ore 15 avvisi di conclusione delle indagini per un nuovo caso di firme false, diverso ma non meno grave di quello che ha investito 5 stelle a Palermo: si riferisce alla campagna elettorale per le amministrative del 2013. E’ indagato, e va verso la richiesta di rinvio a giudizio, il sindaco Giancarlo Garozzo, esponente del Pd. Nell’elenco anche due consiglieri comunali, Luciano Aloschi e Salvatore Sorbello, l’ex presidente della Provincia Armando Foti (fratello dell’ex sottosegretario Dc Luigi Foti), un gruppo di ex consiglieri comunali e provinciali e tre funzionari pubblici.
L’inchiesta, coordinata da Giordano e dal sostituto Antonio Nicastro, ha dimensioni estese. Dopo un esposto del coordinatore dei Verdi Giuseppe Patti, i magistrati hanno accertato l’esistenza di un numero consistente di firme false: 180 le persone convocate che hanno disconosciuto la propria firma. E le sottoscrizioni fasulle, a Siracusa, riguardano ben 14 liste: praticamente tutte tranne quelle (Pd, Megafono, 5 Stelle e Pdl) che, essendo rappresentate all’Ars, non avevano bisogno di presentare le firme. A Siracusa, a differenza di Palermo, le liste “sospette” hanno prodotto degli eletti: ben 22 su 40, rappresentanti di “Garozzo sindaco” (9), Mangiafico (2), Siracusa protagonista con Vinciullo (2), Progetto Siracusa (3), Centro democratico (2), Siracusa democratica

(2), Con Edy per Siracusa (2).
Le accuse vertono sul falso e sull’uso di atto falso. Garozzo è accusato di falso ideologico continuato per avere indotto l’allora consigliere provinciale Emanuele Schiavo ad attestare che ventidue firme a sostegno della sua candidatura a sindaco e della lista “Rinnoviamo Siracusa adesso”, poi rivelatesi false e disconosciute dagli interessati, “fossero state apposte in sua presenza e comunque vere ed autentiche”.

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