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Narcos e 'ndrangheta scelgono Roma: «Sempre più snodo centrale del traffico di droga» Guardia di Finanza e Polizia hanno arrestato 19 persone in tutta Italia al termine dell'operazione "La Romana"- "Fireman". Tra questi un broker del narcotraffico che gestiva nella Capitale i contatti tra l'America Latina e la potente cosca Alvaro

Narcos e 'ndrangheta scelgono Roma: «Sempre più snodo centrale del traffico di droga»

Nascondevano cocaina ovunque, dai container sulle navi alle stive degli aerei. La droga viaggiava da Santo Domingo all’aereoporto di Malpensa, o fino ai porti di Cagliari e Palermo. Passava i controlli grazie a operatori compiacenti e veniva nascosta in macchine sistemate per l’occasione. Buona parte degli stupefacenti era destinata alle cosche della ‘Ndrangheta in particolare agli Alvaro di Sinopoli. I traffici però si decidevano a Roma, che ancora una volta si conferma snodo centrale del narcotraffico.
Questa “collaudata” organizzazione criminale è stata fermata nella notte tra 9 e 10 ottobre. Guardia di Finanza e Polizia, coordinate dalla Procura Nazionale Antimafia, hanno portato a termine l’operazione “La Romana” – “Fireman”, arrestando 19 persone in tutta Italia. Tra queste il broker romano del narcotraffico Mauro De Bernardis e Mario Turchetta, ex capo ultras della Lazio. Nel corso delle indagini, Polizia e Fiamme Gialle hanno sequestrato quasi 500 chili di cocaina provenienti dal Sud America, per un valore di mercato tra i 20 e i 50 milioni di euro.
È ancora latitante uno dei fulcri dell’organizzazione: Santos Medina Familia, detto Nacho, un alto ufficiale della Policia Nacional dominicana. Nacho era il principale promotore, organizzatore  e finanziatore delle importazioni di ingenti quantitativi di cocaina dall’America Latina a Santo Domingo, dove poi partiva per l’Italia. Il poliziotto dominicano sfruttava i suoi contatti con diversi fornitori di stupefacenti locali, ma soprattutto un’ampia rete di complici nelle forze dell’ordine del suo paese.
Medina era in contatto quotidiano con Mauro De Bernardis. Il broker del narcotraffico si occupava di gestire i rapporti con gli acquirenti italiani, tra cui spicca la cosca Alvaro di Sinopoli. «L’arresto del broker De Bernardis è fondamentale. Era il collegamento tra ‘ndrangheta e narcos sudamericani» ha affermato il procuratore Michele Prestipino, che ha coordinato l’operazione «sono personaggi difficilmente sostituibili: il loro lavoro si fonda su rapporti fiduciari e personali che è difficile riallacciare».
Non come i soldi della Ndrangheta, che finanziavano il traffico. «Le cosche hanno una disponibilità economica molto importante» continua Prestipino «ed è dimostrato dal loro comportamento dopo ogni carico che abbiamo sequestrato: organizzavano subito una nuova spedizione». De Bernardis curava direttamente i rapporti con una cosca, quella degli Alvaro, colpita da quattro fermi. Sono stati tratti in arresto Vincenzo Alvaro, Francesco Forgione, Angelo Romeo e Davide Maria Boncompagni, tutti appartenenti o vicini alla potente cosca di ‘ndrangheta. «Senza il lavoro a Roma di un broker come De Bernardis, i contatti tra cosche e narcos sarebbero stati più difficili» afferma Luigi Silipo, dirigente della Squadra Mobile di Roma «con questa operazione si conferma il connubio sempre più stretto tra la criminalità romana e la ‘ndrangheta».

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