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Mosca chiede agli Usa di smetterla di interferire negli affari interni russi

Il ministero degli Esteri russo, in relazione ai commenti del segretario di Stato americano Anthony Blinken, ha chiesto che gli Stati Uniti smettano di interferire in questioni di politica interna.

“La grave ingerenza degli Stati Uniti negli affari interni della Russia è una cosa comprovata, così come la “promozione” di fake ed appelli a manifestazioni non autorizzate da parte di piattaforme su internet controllate da Washington. Il supporto per la violazione della legge da parte del segretario di Stato americano Anthony Blinken è un’altra conferma del ruolo dietro le quinte di Washington. Le azioni volte a incoraggiare le proteste fanno parte di una strategia per la deterrenza della Russia”, si legge in un post su Facebook del ministero degli Esteri russo.

Nel merito il ministero degli Esteri russo ha chiesto “di smetterla di interferire negli affari interni degli Stati sovrani” e ha ricordato la responsabilità di diffondere notizie false su manifestazioni non autorizzate.

All’inizio della giornata il segretario di Stato americano Anthony Blinken aveva pubblicato un tweet condannando “l’uso persistente di tattiche repressive contro manifestanti pacifici e giornalisti da parte delle autorità russe” durante le manifestazioni odierne, chiedendo a Mosca di “rilasciare quelli che erano stati arrestati per aver esercitato i loro diritti umani, tra cui Alexey Navalny”.

The U.S. condemns the persistent use of harsh tactics against peaceful protesters and journalists by Russian authorities for a second week straight. We renew our call for Russia to release those detained for exercising their human rights, including Aleksey Navalny.

— Secretary Antony Blinken (@SecBlinken) January 31, 2021

La scorsa settimana l’Ambasciata sembrava essere coinvolta nel tentativo di coordinare le proteste pubblicando mappe con percorsi che avrebbero dovuto seguire i manifestanti. Sabato l’ambasciatore statunitense John Sullivan ha affermato che le informazioni sono state pubblicate per garantire la sicurezza dei cittadini statunitensi in Russia ed ha definito le azioni dell’Ambasciata come una “pratica diplomatica comune”.

​Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov aveva bollato come provocatori gli organizzatori delle proteste non autorizzate, mentre il presidente Vladimir Putin ha sottolineato che tutti hanno il diritto di esprimere un’opinione, ma “tutto quello che va oltre la legge non è solo controproducente, ma pericoloso”.

Le manifestazioni seguono l’appello di Navalny e del suo staff a scendere in piazza.

Navalny è stato arrestato a Mosca il 17 gennaio al suo arrivo dalla Germania, dove aver ricevuto per mesi le cure dopo essere stato presumibilmente avvelenato con un agente nervino, come da lui stesso sostenuto. L’oppositore è stato successivamente arrestato in custodia cautelare per 30 giorni per aver violato i termini della sua libertà vigilata per una precedente condanna per appropriazione indebita.

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