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Fiorenzo Fraioli

Quante galline hai?

Fiorenzo Fraioli_ARRESTATOIl signor A è un contadino di 87 anni che possiede alcune galline e qualche pecora. Coltiva l’orto con l’aiuto del figlio, un giovane uomo lievemente chiuso in sé stesso, e accudisce un’anziana sorella mite e sorridente. Il signor A è di intelligenza viva, parla un buon italiano seppur sbagliando qualche verbo, più per abitudine che per altro, e si capisce che ha vissuto tempi migliori. Da lui compro le uova fresche.
Entrambi siamo fuorilegge perché la vendita di uova non è consentita se l’attività non è dichiarata. “Quante galline hai?” si vide chiedere il signor A quella volta che, volendo produrre anche del formaggio, e desideroso di mettersi in regola, si rivolse agli uffici competenti. Non se ne fece nulla, per cui nessuno sa quante galline abbia il signor A. A me lo ha detto, ma non ve lo dico.
Abbiamo parlato delle regole che sovrintendono anche alle più minuziose attività economiche, rimanendo sorpreso nel constatare come il signor A sia ben consapevole che il loro vero scopo non è la tutela della salute pubblica, bensì quello di erigere ostacoli crescenti all’auto produzione, così da spianare la strada agli alimenti della filiera industriale. I quali sarebbero “più sicuri“. A dispetto di ciò v’è il fatto, incontestabile, che al mio paesello, dove ognuno alleva galline e pecore all’insaputa degli organi competenti, si vive a lungo; inoltre tanto più a lungo e in buona salute quanto più si fa parte di quella cerchia sociale che, avendo poco o nessun reddito, di allevar galline, pecore e coltivare l’orto fa di necessità virtù. Io li chiamo “gli antenati“, ed è sempre un piacere, per me, discorrere con loro. Lo dico senza timore di apparire snob, perché è oggettivo e verificabile che questi “antenati” abbiano un linguaggio molto più articolato ed evoluto dei giovini che si incontrano nei pub di città.
Gli antenati guidano trattori di loro proprietà, i giovini macchine sportive comprate a rate. Gli antenati si aggiustano i trattori da soli, i giovani per riparare le loro macchine fanno altre rate.
Ma la cosa più importante, e anche la ragione per cui ho scritto questo post interrompendo un lungo silenzio, è che quando ho detto al signor A che ESSI vogliono costringerci tutti al consumo esclusivo di alimenti della filiera industriale, lui mi ha risposto: “non ci riusciranno mai“. I giovini, tutti i giovini coi quali mi è capitato di fare le medesime considerazioni, mi hanno sempre risposto allargando le braccia. Come a dire “sì, è inevitabile“.
Mi farò delle galline – non dirò mai quante – e le lascerò scorrazzare nel prato.  Libere galline selvatiche, ovviamente, come me.
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