Falsi Modì e rimborsi spese, il Ducale presenta il conto allo Stato
La Fondazione fa causa civile ai pm per i costi sostenuti durante i sequestri
Il processo nel processo è già iniziato. E vede la Fondazione Palazzo Ducale dare battaglia. Ancora prima di chiedere un eventuale mega risarcimento danni per aver messo in mostra i dipinti di Modigliani, nel caso le famose tele esposte a Genova la scorsa estate venissero dichiarate false dal Tribunale, ecco un’altra grana, ben più immediata. Ovvero un provvedimento di liquidazione recapitato alla Fondazione per spese di custodia e assicurazione sui dipinti di Modì al centro di una delle più clamorose inchieste sul mondo dell’arte. Soldi che la Fondazione, definitasi fin dall’inizio di tutta questa storia parte lesa, ha dovuto mettere suo malgrado sul tavolo nei mesi passati. Oltre 30mila euro che adesso sono al centro di quello che in termini tecnici viene definito processo incidentale ( e che segue le regole del processo civile), in quanto “agganciato” all’indagine madre sui dipinti ritenuti falsi dalla Procura. Il prossimo 30 ottobre, dunque, davanti al giudice Roberto Bonino si parlerà della richiesta di rimborso di questi soldi Ricapitolando: quando un anno fa i carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Artistico misero sotto sequestro, su mandato del pm genovese Michele Stagno, 21 opere di Modigliani esposte a Genova, le tele non poterono essere trasferite subito nel caveau romano dei militari, dove sono attualmente. Quei dipinti rimasero dentro gli spazi di Palazzo Ducale, in attesa di nuove disposizioni di magistrati e carabinieri.