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Cascina, la protesta dei migranti nel centro di accoglienza: "Condizioni igieniche pessime"

I richiedenti asilo si sono barricati per alcune ore all’interno. La sindaca Ceccardi: “Condizioni spaventose. La struttura deve chiudere”


Una quindicina di richiedenti asilo ospitati presso il centro di accoglienza de la Tinaia, a Cascina, nel Pisano, si sono barricati per alcune ore  questa mattina all’interno della struttura, impedendo agli operatori di entrare e lamentando “un pessimo stato delle condizioni igienico-sanitarie della struttura”. L’edificio prima di essere trasformato in un centro per migranti, gestito da un privato che da anni ha l’affidamento da parte della prefettura, era adibito a bed and breakfast.
A scatenare le proteste, secondo quanto ricostruito, la rottura di un bagno. I migranti hanno chiesto e ottenuto una serie di verifiche eseguite dai vigili del fuoco insieme agli ispettori dell’Asl. In mattinata si è svolta una riunione in prefettura, al cui ha partecipato anche la sindaca leghista di Cascina, Susanna Ceccardi, che da anni chiede la chiusura del centro e ne denuncia le precarie condizioni.
“Stamattina alcuni migranti si sono barricati dentro la struttura La Tinaia per denunciare le pessime condizioni igienico sanitarie. Sono accorsa lì insieme ai vigili urbani, l’ufficio ambiente, i vigili del fuoco, i tecnici Dell’Asl e i carabinieri. Le condizioni all’interno della struttura sono spaventose”  ha scritto la sindaca Susanna Ceccardi in un post su Facebook denunciando la presenza di “topi morti nelle trappole della cucina, topi vivi visti scappare tra un mobile e l’altro, bagni rotti, fogne rotte che colano proprio sopra i letti dei migranti, coperte elenzuola che non vengono cambiate da mesi, disordine e sporcizia ovunque. Per stare così, potevano restare in Africa”. “Denuncio questa situazione da due anni, abbiamo fatto ordinanze igienico sanitarie denunciando l’inidoneità della struttura – ha spiegato la sindaca – Ora non si può più sopportare oltre: la Tinaia deve chiudere! E chi ha guadagnato milioni di euro alle spalle dello Stato approfittando del sistema di accoglienza, deve pagare”.

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