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“Via le auto dalle strade di Roma”. Il Campidoglio a caccia di garage trasformati in negozi

L’amministrazione 5S vuole censire palestre e market realizzati nei posteggi sotterranei. Stretta sui cambi d’uso


L’ecopass in versione grillina si sarà pure arenato davanti ai dubbi di parte degli stessi consiglieri 5S sulla bontà della delibera portata in consiglio comunale. Ma neppure il dietrofront e il congelamento dell’atto che avrebbe dovuto dare il via all’era della congestion charge alla londinese sembrano destinati a frenare la crociata pentastellata: “Le auto devono sparire dalle strade di Roma”. Non solo quelle in circolazione entro l’anello ferroviario, ma pure le vetture posteggiate in strada.

E allora? L’ultima idea della maggioranza passa per l’assessorato all’Urbanistica di Luca Montuori e per un’indagine ad ampio spettro sui garage della capitale. O almeno su quelli inizialmente ideati e realizzati per ospitare flotte di quattro ruote private e poi diventati supermercati, palestre, negozi e magazzini. Si parte da lontano, per l’esattezza dal 2 aprile 1968. È quella la data di approvazione del decreto con cui l’allora governo democristiano ha fissato i limiti degli standard urbanistici da garantire alla popolazione.

Il punto del documento che più interessa il Campidoglio, a distanza di 50 anni, è quello sui parcheggi: a ogni romano spettano 18 metri quadrati di spazi pubblici, compresi almeno 2 metri e mezzo per posteggiare la propria auto. Quote che a seconda della conformazione del territorio e della densità di abitanti possono essere distribuiti su più livelli. Per esempio in parking multipiano, interrati o meno. Il problema è che quelle opere negli anni hanno assunto altre finalità, specie in periferia, trasformandosi spesso e volentieri in esercizi commerciali. Negozi che hanno tolto spazio alle macchine dei residenti, finite in strada tra strisce bianche e blu.

Ora i consiglieri del Movimento vogliono sapere come si è arrivati alla situazione attuale, capire se le trasformazioni dei parcheggi sono state legali e – se ancora possibile – come intervenire per invertire la tendenza. O quantomeno portare a termine il monitoraggio per poi arginare e frenare il fenomeno. Domande a cui dovranno trovare una risposta i tecnici del dipartimento Urbanistica del Comune.

Nel mirino ci sono quindi le compravendite e i cambi di destinazione d’uso concessi ai vecchi e ai nuovi proprietari dei posteggi. Se dovessero emergere pasticci burocratici, procedure sospette o palesi illegittimità, gli eletti grillini sono pronti a chiedere alla sindaca Virginia Raggi un intervento deciso. Un’ordinanza per varare una stretta contro potenziali abusi edilizi e cercare di raggiungere l’obiettivo grillino: meno veicoli accostati ai marciapiedi, carreggiate più ampie. E soprattutto libere di ospitare nuove corsie preferenziali per aumentare, come prevede il piano di salvataggio di Atac, la velocità commerciale e i chilometri prodotti dai bus della municipalizzata dei trasporti. Perché, parola di prima cittadina, bisogna “dare alternative all’utilizzo dell’auto privata”.

Anche con la stretta sui garage. Un’operazione da accostare al tanto contestato ecopass. Il provvedimento per l’accesso a pagamento al centro, nonostante il primo stop arrivato mercoledì in aula Giulio Cesare, secondo la giunta 5S entrerà in vigore entro il 2020. Duplice utopia o rivoluzione possibile? Si vedrà.

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