EXITO STYLE

Verona, polemica sul gadget con il feto. Boldrini: “Operazione mostruosa”

Verona, polemica sul gadget con il feto. Boldrini: "Operazione mostruosa"

Le esponenti di Towandadem: “Sponsor di un convegno di barbari” e Muroni (Leu): “Gesto gravissimo, offesa per tutte”. Gli organizzatori del Congresso: “

Sono le donne della politica a reagire per prime al gadget con il feto di gomma distribuito in uno degli stand del Congresso mondiale delle famiglie di Verona. “È semplicemente mostruoso fare un’operazione di questo genere – dice Laura Boldrini, deputata di Leu – Se l’obiettivo è quello di suscitare sdegno collettivo nei confronti delle donne che sono costrette a interrompere la loro gravidanza sappiano, questi signori, che a vergognarsi dovrebbero essere loro”.

{}

Boldrini, con altre esponenti della politica e dei movimenti per i diritti civili sarà a Verona alla contromanifestazione di domani: “Un motivo in più per essere presenti a Verona a sostegno dei diritti delle donne, a difendere le leggi dello Stato e a promuovere una società dove nessuno venga discriminato”, conclude l’ex presidente della Camera.

Congresso famiglie Verona, gadget con feti finti e libri pro-vita

Condividi  

Parlano di “odiatori medievali” le donne del Pd di Towandadem, l’associazione di donne nata per cambiare il Pd e combattere le disuguaglianze nel Paese: “Come ben sapevamo il cosiddetto Congresso mondiale delle famiglie è in verità un meeting internazionale di gruppi d’odio. La distribuzione di un feto di plastica come gadget conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che i rappresentanti di governo della Lega, Regione Veneto e Friuli-Venezia Giulia sono i principali sponsor di un incontro di barbari”. Le donne del Pd annunciano poi: “Domani saremo migliaia di donne da tutt’Italia per dimostrare che i diritti delle donne non si toccano e soprattutto che le donne di questo paese sono pronte a togliere la fiducia a chi vuole farle retrocedere in un assurdo Medioevo”.

La segretaria di Possibile, Beatrice Brignone, definisce il gadget “robaccia feticista”. “Ecco il valore che questi individui danno alla vita e alla maternità. Il feto diventa un gadget per perorare una battaglia ideologica, che vuole imporre la propria abominevole visione a tutte. Questa robaccia è contro il rispetto della vita e della maternità ed è di una violenza raccapricciante. E trova l’appoggio del governo. Più che feto, è feticismo”.

Per Rossella Muroni di Leu è “Un gesto di una gravità inaudita. Mi sento male e non lo dico per esagerare, per farvi capire. Chiunque di noi abbia subito un aborto, spontaneo o volontario, sa che questo è come una fustigazione sulla pubblica piazza”. “Un gesto contro le donne”, ripete Muroni. “Perché ci volete chiuse in casa o nelle case chiuse. Sto cercando di evitare che la mia rabbia si trasformi in odio. Non voglio odiare”, conclude.

È “disgusto” la parola più usata anche sui social, dove in molti hanno rilanciato la notizia. L’avvocata e attivista Lgbt Cathy La Torre sottolinea: “Questa è la stessa gente che si scandalizza per i vibratori! Orrore e raccapriccio!”. La maggior parte dei commenti sottolineano il dubbio gusto della trovata chiedendosi chi può aver avuto una simile idea. C’è chi ironizza proponendo di sostituire al feto un cervello, come gadget e chi invece disquisisce sul fatto che il pupazzetto di plastica riproduce un bambino già formato e non un feto abortito. Ma i più sottolineneano che la trovata esprime il contrario del rispetto per la vita.

Visualizza l'immagine su Twitter

Il gadget del feto distribuito dalla rivista dell’associazione Pro Vita, uno dei maggiori sponsor del Congresso, non è però l’unico discutibile omaggio tra quelli che si possono avere tra gli stand di Verona. Oltre a magliette con scritte varie e opuscoli ci sono anche portachiavi azzurri con la forma dei piedini dei feti e la scritta ’10 settimane’: quella è la grandezza che hanno dopo quasi tre mesi; oltre al portachiavi c’è la spilletta, sempre con i piedini stavolta dorati ma della ‘misura’ di 12 settimane.

In serata gli organizzatori del Congresso hanno diffuso una nota: “Tanto rumore per nulla – affermano – Certa stampa non sa a cosa attaccarsi per denigrare il congresso di Verona. Non esiste alcun gadget del Congresso di Verona. La riproduzione di un feto di 11 settimane è un residuo della vecchia campagna che ha reso famosa l’associazione Provita e che comprese anche l’affissione del manifesto grande quanto la facciata di un palazzo. Fu creata per aprire un dibattito sulla vita. E sulla vita ci concentriamo”, hanno scritto Toni Brandi e Jacopo Coghe.

POST A COMMENT