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Venezia 76, applausi a Meryl Streep, vedova-coraggio nella commedia ‘dark’ di Soderbergh sui Panama Papers: “Lui è capace di fare spettacolo con qualcosa di così vero”

)Nalla nuova “commedia nera” che sarà disponibile su Netflix dal 18 ottobre, ‘Panama Papers’, ci sono anche Gary Oldman e Antonio Banderas, ma è l’attrice che incarna una vedova borghese a far applaudire la sala in un film che racconta lo scandalo delle società offshore

Venezia applaude Meryl Streep protagonista dell’ultima capriola, come un acrobata che mostra il nuovo numero, l’ennesimo coup de théâtre che lascia il pubblico senza parole. Dopo essere stata la glaciale suocera in Big Little Lies, in Panama Papers(lavanderia a gettoni, dalla pratica di riciclare il denaro) di Steven Soderbergh, in concorso, la regina delle attrici incarna la vedova Ellen, una signora borghese che per quarant’anni ha condiviso la vita con il marito e che da un giorno all’altro si trova non soltanto sola, ma travolta dall’ingiustizia. Il marito muore per incidente durante una crociera in barca, Ellen vorrebbe usare i soldi dell’assicurazione per comprare un appartamentino a Las Vegas che le ricordi il primo incontro con l’uomo della sua vita, ma quando viene fuori che l’assicurazione non pagherà perché coinvolta in una frode e un trust dalle origini misteriose le soffia sotto il naso la casa pagando in contanti per lei inizia una personale battaglia per smascherarli. Sulla sua strada incontrerà due personaggi, ispirati ai veri soci in affari Jürgen Mossack (Gary Oldman) e Ramon Fonseca (Antonio Banderas).

“Credo che il dolore sia una grande una grande motivazione, che il lutto sia un motore per fare molte cose. I genitori i cui figli sono stati uccisi nelle varie sparatorie in Connecticut o in Ohio non si fermano nel tentativo di cambiare il mondo. Contiamo sulle persone a cui veramente importa, quando qualcosa è personale non ci si ferma”: così è per questa signora settantenne dai golfini fiorati e buffi cappellini. Seguendo la personale inchiesta di Ellen il film racconta quello che è stato definito il caso dei Panama Papers, quando nel 2016 un fascicolo di più di 11 milioni di documenti venne consegnato alla stampa da una gola profonda per smascherare un sistema di paradisi fiscali in tutto il mondo. Basato su Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite di Jake Bernstein (che ha collaborato alla sceneggiatura, firmata da Scott Z. Burns) il film è una commedia nera “perché ci vuole un film così per avere più chance di rimanere nella mente dello spettatore – dice Soderbergh – eravamo convinti che, come ha fatto Kubrick con Il dottor Stranamore, per un tema tanto serio fosse necessario lo scherzo, la battuta. Non volevamo che il pubblico si sentisse educato ma intrattenuto”.

Concorda Meryl Streep: “Volevo lavorare con Steven Soderbergh da tempo e sapevo che solo lui, o al più Bertold Brecht, sarebbe stato capace di fare spettacolo con qualcosa di così vero, così complicato e così drammatico. Noi ne abbiamo fatto una commedia, un film divertente senza dimenticare mai però che c’era dietro un crimine, un crimine non privo di vittime. Sui Panama Papers hanno lavorato più di 300 giornalisti investigativi, qualcuno di loro è morto, come la giornalista di Malta Daphne Caruana Galizia. C’è ancora chi muore per cercare la verità”.

“Qualcuno pensa che un paradiso fiscale sia semplicemente un posto bello nel mondo – spiega lo scrittore Jake Bernstein – ma in realtà gli Usa sono il più grande paradiso fiscale esistente. Per esempio il Delaware è il luogo perfetto per le società guscio dove confluiscono criminali di ogni tipo, per noi è importante che questo film possa aumentare la consapevolezza”. Per questo, secondo Oldman, era importante che questo film arrivasse al numero più alto possibile di persone, “per questo Netflix è la piattaforma giusta. Io sono un binge – watcher – confessa il premio Oscar – mi piace la serialità, il racconto lungo e devo dire che la migliore recitazione, la migliore regia, la migliore scrittura in questo momento la sto vedendo in tv”.

Sul dibattito piccolo – grande schermo la tre volte premio Oscar Streep invece dice: “A me piace vedere le immagini su uno schermo grande, ma ai ragazzi di oggi non importa. Tra un po’ finirò sullo schermo di un orologio, ma Steven è il regista giusto per questi tempi, viviamo un nuovo ciclo, dove tutto è più veloce e lui è l’artista perfetto per questa corsa a inseguire gli eventi. Abbiamo appena finito di fare un film insieme (Let Them All Talkndr), lo ha girato in tredici giorni”. Panama Papers sarà in streaming il 18 ottobre, prima uscirà nelle sale in date ancora da definire.

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