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Vanity Fair: il nuovo numero è dedicato alla sostenibilità

Dopo l’anno più caldo mai registrato a livello mondiale, segno dell’emergenza del riscaldamento globale, Vanity Fair dedica un numero alla rivoluzione verde, raccogliendo riflessioni, contributi e suggerimenti sulle strategie personali e collettive per tutelare il pianeta e favorire lo sviluppo di una società a «Impatto -1». Dalle «radici smart» dell’agricoltura più innovativa in Italia agli allevamenti non intensivi in Usa, dalle pastore del Trentino che raccolgono l’eredità di Agitu Gudeta alle carte in legno di ciliegio della finanza sostenibile. Al giornale, in edicola da mercoledì 20 gennaio, hanno dato il proprio contributo celebrity, aziende ed enti impegnati nella salvaguardia dell’ambiente.

«Abbiamo pensato questo numero di Vanity Fair dedicato alla sostenibilità come facciamo sempre: aprendo uno squarcio, una visione, uno sguardo sul futuro dove tutti vedono solo una ferita», scrive nel suo editoriale il direttore Simone Marchetti. «È vero, la lotta alla pandemia è ancora lunga da vincere. E sì, risolvere i problemi legati al climate change non è facile. Ma basta dire solo “no”: con comportamenti semplici, consumando con intelligenza e soprattutto ispirandosi alle storie di chi ce l’ha già fatta si può davvero dare il via al cambiamento».

In copertina, la doppia vita della supermodella brasiliana e attivista Gisele Bündchen che oggi ha 40 anni ed è stata nominata Ambasciatrice dell’Onu per l’ambiente. «Solo salvando il mondo possiamo salvare noi stessi», dice.

La cover del numero di Vanity Fair in edicola dal 20 gennaio

Tra le grandi interviste c’è quella al sindaco di Milano Beppe Sala che, dopo aver annunciato che si ricandiderà, a Vanity Fair racconta la Milano del futuro: una città che fa della sostenibilità ambientale uno dei suoi cardini. Un tema che Sala affronta anche nel suo libro Lettere dalla città del futuro, in uscita il 26 gennaio: isole pedonali, piste ciclabili, teleriscaldamento, cohousing, riforestazione urbana e molte altre idee che seguono le tendenze internazionali, da Parigi a Berlino. Dall’intervista emerge anche il lato personale del sindaco, che riflette sugli errori commessi durante il mandato che si sta concludendo, e il racconto della recente scomparsa della madre a cui era legatissimo.

Il numero si apre con un decalogo di comportamenti ecosostenibili con i suggerimenti di Asvis, l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, Legambiente e WWF Italia, e una nota del Referente Europeo UNEP, il Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite. Con i suoi suggerimenti, Rossana Orlandi, gallerista e guru del design a livello internazionale, ha ispirato invece un secondo decalogo per il design sostenibile: materiali naturali e riciclabili, cicli di produzione che richiedono meno energia, filiere certificate per progettare i nuovi arredi e costruire un mondo migliore. Ci sono poi approfondimenti sulla rivoluzione ambientalista nell’agricoltura (l’attività naturalmente più esposta al cambiamento climatico), sul consumo di suolo e sui borghi italiani rigenerati che puntano a un futuro a impatto zero. C’è poi un reportage in Trentino, nei luoghi in cui viveva e lavorava Agitu Gudeta, la donna etiope trapiantata in Italia uccisa di recente. La sua azienda agricola – nata per introdurre un sistema più equo e giusto nel settore della pastorizia, tradizionalmente poco aperto al cambiamento – è ora eredità di alcune donne che le erano amiche e colleghe e che portano avanti il suo spirito e approccio.

Tra i personaggi internazionali, lo scrittore americano Jonathan Safran Foer, che nel giorno dell’insediamento del nuovo presidente degli Stati Uniti Joe Biden riflette sulla necessità di passare all’azione per salvare il pianeta, dopo le marce di Greta Thunberg e la pandemia: ognuno di noi può cambiare il suo stile di vita, come lui sta cercando di ridurre il consumo di carne. E c’è l’ultima intervista concessa dal regista James Redford prima della scomparsa lo scorso ottobre, che con suo padre, il celebre attore e regista Robert Redford, ha dedicato la sua vita all’attivismo ambientalista.

Si dice che ci vogliano 21 giorni per costruire un’abitudine e 90 giorni per instaurare uno stile di vita. Per questo motivo Vanity Fair non si limita a raccontare la sostenibilità in un numero, ma si impegna ad accompagnare i lettori in un vero percorso per cambiare lo stile di vita e modificare le abitudini. Obiettivo: vivere a «impatto Vanity». Significa cambiare il proprio stile di vita per imparare a diminuire l’impatto che abbiamo sul pianeta, puntando allo zero e all’impegno di essere la versione più green possibile di noi stessi. Un processo che inizia con una scommessa di tre mesi, da gennaio a marzo, 90 giorni durante i quali Vanity Fair, sulle sue piattaforme digitali, esplorerà realtà e temi green, con l’aiuto di esperti, attivisti e testimonial, e darà la possibilità ad aziende partner di unirsi a questo racconto. Ogni settimana verrà proposto un nuovo argomento legato all’ambiente su tutti i canali digital di Vanity Fair, attraverso webinar, reel e dirette su Instagram e con challenge per coinvolgere gli utenti su TikTok.

Questo numero speciale segna un successo dal punto di vista della raccolta pubblicitaria, con 44 clienti coinvolti appartenenti a diversi settori merceologici (moda, accessori, alimentazione, energia, finanza, beauty, automotive) e il doppio delle pagine adv rispetto allo stesso numero dello scorso anno e di quello dell’anno precedente.

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