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USA, Pence non avrebbe escluso il ricorso al 25° emendamento per revocare i poteri a Trump

I media americani sostengono che non sia da scartare a priori l’ipotesi di un trasferimento forzato dei poteri da Trump a Pence fino all’insediamento di Joe Biden.

Il vicepresidente degli Stati Uniti Mike Pence non ha escluso la possibilità di invocare il 25° emendamento al fine di rimuovere dalla propria posizione Donald Trump, qualora il capo di stato dovesse divenire ancor più instabile.

A riferirlo è la CNN, citando delle fonti vicine alla vicepresidenza. Stando a quanto riportato, Pence nutrirebbe il timore che Trump possa compiere degli atti che potrebbero mettere a rischio la sicurezza degli Stati Uniti.

L’auspicio dello staff del vicepresidente è comunque quello che si possa mettere in atto una transizione pacifica dei poteri, con l’inaugurazione del mandato di Joe Biden che è prevista per il prossimo 20 di gennaio.

Secondo un’altra emittente americana, la CNBC, anche il segretario di Stato Mike Pompeo e il segretario al Tesoro Steven Mnuchin avrebbero discusso l’ipotesi di invocare il 25° emendamento, scartandola sul nascere in quanto le procedure per la sua attuazione sarebbero ben più lunghe rispetto al termine naturale del mandato presidenziale del tycoon.

Il 25° emendamento consente un trasferimento momentaneo o permanente dei poteri dal presidente al vicepresidente degli Stati Uniti e può essere attuato qualora la maggioranza dei membri del gabinetto presidenziale certifichino l’incapacità del presidente nello svolgere i suoi doveri.

Il comizio di Trump e l’assalto al Campidoglio 

Intervenendo ad un comizio a Washington il presidente in carica Donald Trump aveva esortato il vicepresidente Mike Pence a bloccare la certificazione del Congresso della vittoria di Joe Biden. A sua volta Pence ha rifiutato la proposta del presidente, sostenendo di non aver l’autorità per decidere quali voti elettorali dovrebbero essere conteggiati e quali no per la certificazione ufficiale del voto del Collegio Elettorale.

I sostenitori di Trump si sono poi diretti in massa verso il Campidoglio, riuscendo a rompere il cordone di polizia e ad entrare nelle sale del Congresso. Secondo le ultime informazioni, 5 persone sono rimaste uccise durante le proteste, 4 manifestanti, tra cui una veterana dell’aviazione militare americana, e un poliziotto.

A seguito dei disordini, i legislatori democratici al Congresso e persino qualche repubblicano, anche all’interno dell’amministrazione, avevano pensato alla destituzione di Trump dal mandato prima della scadenza naturale del prossimo 20 gennaio e all’apertura di un processo di impeachment.

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