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Usa, Clima: per banche più difficile tagliare legami con combustibili fossili

Una delle ultime proposte presentata dall’uscente amministrazione Trump è riuscita a stringere in un fronte comune di protesta grandi banche, attivisti per il clima e i maggiori sostenitori di una riforma del sistema bancario americano.

Si tratta di un regolamento adottato in settimana dall’Office of the Comptroller of the Currency (OCC), l’agenzia federale statunitense che si occupa di regolare e vigilare tutte le banche nazionali e le filiali di banche estere presenti nel Paese e si preoccupa di assicurare ai clienti un accesso equo ai servizi finanziari e un trattamento equo, che impone agli istituti di credito una serie di documentazioni approfondite per negare le richieste di prestito dell’industria del petrolio e del carbone.

Una norma che come riporta la CNN, renderebbe molto più difficile per le banche tagliare i propri rapporti con l’industria dei combustibili fossili. In base al regolamento adottato, infatti, non gli operatori del sistema bancario con più di 100 miliardi di asset non potranno più semplicemente rifiutare una richiesta di prestito solo per il fatto che il business del richiedente non è in linea con i loro valori aziendali.

Che la regola non sarebbe stata ben accolta dal settore bancario e dall’attivismo climatico si era già notato a novembre quando l’OCC ha ricevuto più di 31mila commenti negativi alla consultazione pubblica presentata. Non è bastato all’agenzia rimuovere una sezione che di fatto limita tale pratica a determinate circostanze.

Come si legge in una nota dell’OCC, il regolamento è il risultato di un mandato di otto mesi dell’Acting Controllor Brian Brook che si dimetterà giovedì con il termine dell’amministrazione Trump. “Brian Brooks ha fatto qualcosa che non avrei mai creduto possibile: ha unito il settore bancario e i sostenitori della sua riforma”, ha detto alla CNN Isaac Boltansky, direttore di policy research alla Compass Point Research & Trading.

La norma dovrebbe entrare in vigore a partire dal 1 aprile 2021 ma continua la pressione dei suoi oppositori per fare in modo che il regolamento non trovi mai applicazione. C’è infatti la possibilità il nuovo Congresso possa annullarla attraverso il Congressional Review Act, l’istituto che permette al ramo legislativo di annullare i regolamenti imposti dall’esecutivo, dati anche i buoni propositi del presidente Bidan in tema di lotta al cambiamento climatico.

Gli attivisti ambientali infatti temono che un regolamento così impostato freni il crescente slancio tra le grandi banche di prendere le distanze dalle compagnie petrolifere e del carbone. Già Goldman Sachs e JP Morgan hanno mostrato i primi passi in tale direzione: la prima nel 2019 è stato il primo grande istituto di credito statunitense a impegnarsi a sottoscrivere prestiti per le trivellazioni nell’Artico, mentre la seconda si è riproposta di spingere i propri clienti ad allineare le loro pratiche commerciali con l’accordo sul clima di Parigi.

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